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10 domande a… Massimiliano Stabile

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CARTA DI IDENTITÀ

NomeMassimiliano
CognomeStabile
Età50 anni
Stato Civiledivorziato
Punto di partenzaBrescia
Anzianità di Servizio30 anni
Settore di attivitàtrasporto frigo

1) Il camion, una passione di famiglia?
Assolutamente no! Provengo da una famiglia di camici bianchi: infermiere, odontotecnici, dentisti, medici. Però io, sin da bambino ho il pallino dei camion. Li disegnavo sui quaderni di scuola. Mi hanno fatto studiare da odontotecnico ma a 19 anni, sotto naja presi la patente C. Una volta fuori, nonostante tutta la famiglia contro, cercai subito lavoro come camionista.

2) Quando hai deciso di diventare un padroncino?
Per diversi anni ho lavorato come dipendente. Ho fatto molta gavetta, dalla strada alla cava, dall’autotreno al bilico in Italia e all’estero. Poi nel 1999 il grande passo: ho firmato una montagna di cambiali ed ho comprato il mio primo Scania 144 V8! 

3) Il camion del cuore?
Ogni evoluzione della gamma V8 Scania. Sono un fanatico del Grifone!

4) Il sacrificio più grande?
Dover rinunciare all’estero. Mi piaceva tantissimo viaggiare, specie in nord Europa. Dopo il matrimonio la famiglia si è allargata. Abbiamo avuto due bambine, così per stargli più vicino cercai un altro lavoro. Trovai così posto come autista presso una ditta che trasportava metalli tra Lombardia e Toscana.

5) Mai più estero?  
Eh no, anche come padroncino lavoravo nel settore del trasporto alluminio, poi purtroppo il committente fallì così ripresi a fare estero, sempre con i metalli. Ovviamente iniziarono i problemi in famiglia. La lontananza purtroppo non aiuta.

6) Una volta tornato single?
Altra montagna di cambiali per acquistare il mio ultimo Scania, un R 560, rigorosamente V8 con il quale ho continuato a trasportare alluminio tra Italia ed estero. Oramai mi ero specializzato in quel tipo di trasporto.

7) E durante il lock-down?
Le cose andavano abbastanza bene prima del Covid19. Poi è piovuta dal cielo questa maledizione e si è bloccato tutto. Il mio settore ne è stato devastato. Fermo dalla mattina alla sera ancora con una montagna di cambiali da pagare.

8) Come ti sei risollevato?
Grazie a un amico, Fabio, bresciano come me. Una di quelle amicizie che si formano nelle piazzole di sosta! Appassionati del nostro mestiere stavamo ore e ore a chiacchierare di camion e trasporti, ma anche di problemi familiari. Poi nel momento più terribile ci siamo sentiti per caso ed è stato a lui a propormi di virare sul trasporto frigo. Il camion l’avevo. Lui mi aiutò a prendere un semirimorchio frigo a noleggio e mi introdusse presso la propria clientela. Così ho ricominciato a viaggiare in nord Europa e mi sono salvato.

9) Il futuro rimane frigo?
Anche il lavoro con il trasporto metalli mi piaceva, tuttavia ora che ho scoperto questo settore, penso che non lo abbandonerò.

10) Condividete anche l’attaccamento alla marca con il tuo amico?
Assolutamente no! Io, come ripeto, sono uno scanista sfegatato, Fabio è super appassionato dell’Iveco. Ora ha un nuovissimo S-Way, che, devo ammettere, è molto bello!

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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