La logistica urbana sta vivendo una trasformazione radicale: elettrificazione, digitalizzazione e nuove esigenze di efficienza stanno ridisegnando il volto dell’ultimo miglio. In questo scenario si inserisce Flexis, giovane OEM europeo nato nel 2024 dalla sinergia tra Renault Group, Volvo Group e CMA CGM. Non un semplice costruttore, ma un progetto che punta a diventare piattaforma integrata di veicoli, servizi e gestione operativa.
Al Solutrans 2025 l’azienda ha mostrato per la prima volta il prototipo del suo Panel van elettrico, affiancato dallo Step-in-van pensato per la distribuzione pacchi, presentando anche un servizio di fleet operations management che promette di ridurre costi e complessità per gli operatori (ne avevamo parlato qui). Un approccio «software-first», che trasforma il veicolo in un oggetto digitale capace di evolvere nel tempo e dialogare con infrastrutture e magazzini. Per capire meglio la visione e le prospettive di Flexis, abbiamo incontrato Pierre Sirolli, Head of Service & Solutions.

Partiamo dall’inizio: com’è strutturata la società e quali competenze porta ciascun partner?
«Flexis è frutto di una joint venture tra Renault Group (45%), Volvo Group (45%) e CMA CGM (10%). Ciascun partner contribuisce con il proprio know-how: Renault Group porta l’esperienza ingegneristica e industriale, mentre Volvo mette a disposizione la sua competenza nei servizi B2B sviluppati nel mondo dei veicoli pesanti (parliamo di uptime, fleet management e ottimizzazione operativa). CMA CGM, invece, opera attraverso la sua controllata Colis Privé, attiva nell’ulti mo miglio: collaboriamo con loro nei nostri test e nello sviluppo delle soluzioni».
Oggi siamo abituati a classificare i veicoli per motorizzazione (BEV, HEV, FCEV, ecc.), ma nel vostro caso fate riferimento soprattutto al software e non caso avete coniato il termine «Software Defined Vehicle». Cosa cambia rispetto a un veicolo elett rico tradizionale?
«Significa capovolgere il modo in cui si progetta un mezzo commerciale. I nostri veicoli, di base, sono ovviamente dei BEV, ma la vera novità è l’architettura digitale. Parliamo di un sistema centralizzato, simile a quello di uno smartphone o di un computer, che gestisce tutti i componenti. Questo ci consente aggiornamenti da remoto, maggiore flessibilità e la possibilità di integrare applicazioni grazie a tecnologie come Qualcomm e Google Automotive Services. In pratica, il veicolo diventa una piattaforma digitale aperta, capace di evolvere nel tempo».
Quando è prevista la messa in strada dei veicoli e a che punto siete con la fase di testing?
«L’avvio ufficiale è previsto per il 2026. Attualmente, il nostro Panel Van è in fase prototipale, mentre lo Step-in-van è già un modello molto avanzato. Abbiamo già prodotto 50 veicoli in fase di pre-serie che sono stati intensamente testati su circuiti interni e in condizioni reali, inclusi test in zone estremamente fredde e calde. I primi risultati sono straordinariamente positivi e ci rendono molto fiduciosi sulla qualità del prodotto finale.

Oltre al veicolo in sé, l’offerta Flexis include un ecosistema di soluzioni che facilitano la transizione elettrica. In questo contesto, voi puntate molto sulla figura del Fleet Advisor. Che ruolo svolge?
Innanzitutto, partiamo col dire che tutti i veicoli Flexis sono nativamente connessi. Per quelli di altri marchi abbiamo attivato una collaborazione con Geotab, che ci consente di raccogliere dati e integrarli nei nostri algoritmi. Ed è qui che entra in gioco il Fleet Advisor: è una figura dedicata al cliente, conosce le sue esigenze e lavora al suo fianco. Inoltre, stiamo costruendo un ecosistema di partner: oltre a Geotab, collaboriamo con Prologis per esplorare soluzioni vehicle to infrastructure, integrando quindi i veicoli con i magazzini e la logistica.


A proposito di collaborazioni, al Solutrans avete annunciato partnership importanti con Geotab e Ampeco. In cosa consistono?
La collaborazione con Geotab amplifica il nostro raggio d’azione, permettendoci di connettere e raccogliere dati anche da flotte multimarca. Ampeco, invece, è un CPMS (Charging Point Management System) e quindi integra la parte energetica: pianificazione della ricarica, gestione dinamica dei costi, monitoraggio dell’infrastruttura. L’obiettivo è semplice: rendere la gestione dell’elettrico più chiara, controllabile e sostenibile nei costi. In generale, crediamo fermamente nella necessità di un ecosistema di collaborazione in continua espansione.
Il vostro core business è e rimarrà l’ultimo miglio o pensate di espandervi in futuro in altri settori?
Per il momento, il nostro focus rimane sull’ultimo miglio. Questo per due ragioni: primo, è il segmento in cui siamo specializzati; secondo, c’è un enorme boom in questo mercato e ancora moltissimo da fare.
Veniamo all’Italia. Sul fronte dell’elettrico è un mercato ancora a macchia di leopardo. Qual è la vostra visione e il vostro ruolo in questo contesto?
In realtà la quota dell’elettrico in Italia sta crescendo in modo impressionante, anche se i numeri assoluti restano contenuti. I prodotti ormai ci sono. Il problema è che molti clienti hanno obiettivi ambiziosi di riduzione della CO₂ ma fanno fatica a tradurli nel quotidiano. Qui interveniamo noi: aiutarli a cambiare il modo di gestire i mezzi, perché la tecnologia è pronta ma servono nuovi processi.
E Flexis come arriverà sul mercato italiano?
I nostri veicoli saranno disponibili in tutta Europa al momento del lancio. L’Italia è pienamente inclusa e ci arriveremo molto presto.
Lei è stato alla guida di Renault Trucks Italia per diversi anni. Cosa porta di quell’esperienza in Flexis?
Porto soprattutto la dimensione operativa: quando guidi Renault Trucks Italia devi gestire vendite, post-vendita, criticità e opportunità insieme ai clienti. Questa concretezza operativa è ciò che porto oggi in Flexis, oltre ovviamente alla conoscenza del mercato italiano.


