Il prezzo del gasolio torna a correre e, per chi vive di strada, la notizia non è certo buona. Negli ultimi giorni i listini dei carburanti hanno registrato nuovi rialzi, portando il gasolio in autostrada a superare i 2 euro al litro nei punti serviti. Un trend che preoccupa il mondo dell’autotrasporto, già stretto tra margini ridotti, costi operativi crescenti e incertezze economiche.
Secondo le rilevazioni di Staffetta Quotidiana, l’Eni ha ritoccato i prezzi consigliati di benzina e gasolio di un centesimo al litro, mentre altre compagnie hanno applicato aumenti quotidiani, anche se minimi. I dati dell’Osservatorio del Mimit mostrano che al self service la media nazionale è salita a 1,636 euro per il gasolio, che in autostrada arriva a 1,745 euro. Ma al servito si vola oltre i 2,01 euro al litro, con punte record registrate nelle ultime ore.
Alla base dei rincari ci sono tensioni sui mercati internazionali del greggio. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alle compagnie russe Rosneft e Lukoil, insieme alle Gasolio oltre 2 euro al litro: tensioni internazionali e aumento delle accise mettono sotto pressione l’autotrasporto, hanno ridotto l’offerta e spinto verso l’alto le quotazioni del barile. A ciò si aggiunge la richiesta americana ai governi alleati di limitare gli acquisti di petrolio russo e iraniano: un fattore che pesa ulteriormente sull’equilibrio del mercato.
Ma all’orizzonte si profila un’altra tegola: dal 1° gennaio 2026 scatterà l’aumento delle accise, che il governo intende uniformare a 0,6729 euro al litro sia per benzina che per gasolio. In assenza di misure compensative, l’impatto per il settore potrebbe essere significativo, con un aumento diretto dei costi di rifornimento e riflessi inevitabili sui noli e sulla competitività delle imprese italiane.
Tra tensioni geopolitiche, volatilità del greggio e nuove tasse in arrivo, il 2026 si annuncia dunque come un anno difficile per chi ogni giorno muove l’economia del Paese su gomma.
Nei giorni scorsi Assotir aveva calcolato che soltanto questo incremento avrebbe comportato un sovraccosto per alcune segmenti dell’autotrasporto di circa 200 milioni.


