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Sistri escluso per le imprese sotto i 10 dipendenti? Tra Fita e Fai infuria la polemica

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Sotto o sopra 10? Sembra un gioco, ma invece è l’asticella relativa al numero dei dipendenti oltre la quale il Sistri, stando alle intenzioni espresse dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, non verrebbe applicato. Ciò equivale a dire che la stragrande maggioranza delle imprese di autotrasporto italiane, tradizionalmente affette da nanismo, verrebbe esonerata.
Vi sembra una buona cosa? La risposta del mondo delle associazioni di categoria non è così unanime. Il primo a esprimere un’opinione sul punto è Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto, il quale fa notare che sollevando dall’applicare il Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti «l’obiettivo del controllo per impedire presenze della malavita verrebbe eluso. Basta utilizzare i vettori con meno di dieci dipendenti».
Trascorre una manciata di ore ed ecco la risposta di Cinzia Franchini, presidente di CNA-Fita, che si schiera con l’ipotesi prospettata dal ministro in quanto eviterebbe «oneri amministrativi ed economici aggiuntivi che, in questo momento di crisi nera, rischierebbero di provocare effetti contrari agli obiettivi perseguiti dalla stessa piattaforma».

Fin qui i fatti. Poi, a margine c’è il consueto contorno di polemiche. A sollevarle è in particolare Franchini che sostiene di non comprendere la «posizione di chi oggi, nella rappresentanza dell’autotrasporto, rema contro ad un provvedimento di buon senso», dice esplicitamente che Uggè alza «incomprensibili barricate» e che sempre più «emerge l’indole lobbistica del presidente Fai-Conftrasporto che confonde la rappresentanza con quella di chissà quali altri settori interessati».
Dura la risposta di Uggè: «ciò che sembra sfuggire agli stolti, che solitamente non guardano la luna ma il dito, è che il tema fondamentale riguarda il funzionamento del “sistema Sistri”. Se funziona, visto che deve servire per combattere le forme malavitose, va applicato a tutti, operatori esteri compresi (oppure la malavita si combatte solo a parole?). Se non funziona, come continuano a sostenere coloro che provano a utilizzarlo, va reso funzionante».
Partita chiusa? Neanche per sogno. Anzi sembra proprio il preambolo a un’altra partita che si intravedere all’orizzonte e che il vicepresidente CNA-Fita, Daniele Giovannini, lancia nella polemica come un siluro. La partita si chiama UIRnet e Giovannini, dopo aver ricordato che la gara per la gestione di questa piattaforma, che vale milioni di euro, è stata indetta, commenta: «vedremo chi sarà ad aggiudicarsela» e «se sarà gestita nell’interesse e al servizio della categoria».

A cosa fa riferimento? La risposta nelle prossime puntate.

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