C’è un doppio binario di discussione che si muove attorno al cabotaggio abusivo: quello che parte dalla diffusione da parte delle polizia stradale delle poche sanzioni (meno di 100) emesse nel 2013 per questa tipologia di infrazione e quello che ha preso il via con la proposta della presidente di CNA-Fita, Cinzia Franchini, di chiedere all’Europa l’adozione di una clausola di salvaguardia di sei mesi (estensibile per altri sei).
Discussione che, rispetto a questo secondo versante, prosegue con un intervento quasi sarcastico del presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè: «Una proposta che suona come un clamoroso autogol». Per quale ragione?
«Chiedere una deroga, mai concessa a nessun altro Paese, se non in occasione di accordi stipulati per l’ingresso nell’area UE, produce tempi lunghi e offre al Governo un comodo alibi».
Ma non è tutto. Perché Uggè aggiunge pure che «secondo l’interpretazione più accreditata il divieto di cabotaggio è da considerare oggettivo e quindi prevede il requisito della reciprocità. Ottenere la deroga, quindi, porterebbe a vietare l’esercizio del cabotaggio negli altri Paesi europei per tutti gli operatori italiani».
Infine, esaurito il merito, Uggè entra anche nel merito della proposta: «Non era più corretto, anziché assumere via stampa una posizione strampalata e rischiosa, effettuare un confronto interno? Chi pensa veramente di favorire le imprese dovrebbe riflettere».