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Onessa dichiarazione di credito Iva? Adesso si può finalmente compensare con i debiti successivi

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L’Agenzia delle Entrate cambia posizione rispetto ai crediti Iva che non venivano dichiarati nell’anno in cui si erano maturati. Fino a oggi, infatti, se si ometteva di presentare la dichiarazione annuale il contribuente non poteva poi detrarre, sulla dichiarazione successive, il credito di Iva dal debito d’imposta. L’Agenzia delle Entrate lo aveva specificato in modo inequivocabile in una circolare dell’agosto 2012, in cui indicava come unica strada percorribile quella di pagare le somme, maggiorate di sanzioni e di interessi, salvo poi chiedere in seguito il rimborso del credito.
Oggi – con circolare n. 21/E del 25 giugno – cambia idea offrendo la possibilità di scomputare direttamente l’importo del credito dalla somma originariamente richiesta in pagamento al contribuente.
In termini procedurale l’Agenzia indica questo come percorso da seguire: laddove il contribuente riceva la comunicazione di irregolarità, se ritiene che il credito non dichiarato gli sia effettivamente dovuto, può provarne l’esistenza con prova contabile, producendo all’ufficio competente, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, la documentazione relativa. E in questo modo sana l’eventuale lacuna che si era prodotta con l’omessa dichiarazione e di conseguenza l’Ufficio non pretenderà più il pagamento, ma compenserà crediti e debiti.

 

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