50 Scania LNG equipaggiati con motore da 13 litri da 410 cv e 2200 Nm di coppia: è l’importante fornitura che arricchisce il parco veicolare della Koinè, società logistica che da qualche anno ha deciso di investire nell’innovazione e nella sostenibilità, giudicandola una delle modalità migliori per intercettare una crescente domanda in tal senso da parte della committenza. Anche in questo caso la motivazione all’acquisto va in quella direzione. Vediamo come facendo un passo indietro.
Andiamo a San Pellegrino Terme, piccolo paesino della montagna bergamasca in cui si trova un grande stabilimento della San Pellegrino, marchio premium tra le acque minerali in orbita al gruppo Nestlé, che qui crea occupazione e, come dice il sindaco cittadino, Vittorio Milesi, «aiuta a non spopolare il territorio». Però, l’acqua sgorga in montagna e l’ambiente montano va protetto, sia per conservarne l’incanto, sia perché lo pretendono popolazioni e amministrazioni locali. Senonché la San Pellegrino è presente su 150 mercati e, quindi, ha estremo bisogno di movimentare merce, al punto da far ricorso annualmente a 74.000 veicoli (che dovrebbero diventare 93.000 nei piani industriali per i prossimi anni). Come si fa, allora, a mettere d’accordo le esigenze dell’ambiente con quelle del bilancio?
L’acquisto dei 50 veicoli da parte di Koiné costituisce una prima risposta a questa domanda. Perché da oggi con la consegna dei nuovi Scania, almeno i navettamenti tra lo stabilimento di produzione e l’hub logistico di Madone – circa una quarantina di chilometri in un senso e nell’altro – sono interamente affidati a veicoli equipaggiati con LNG, in grado di abbattere quasi del tutto le emissioni di particolato e di contenere del 15% quelle di CO2. Due fattori inquinanti – come sottolinea Franco Fenoglio, AD di Italscania – «in grado di generare criticità l’uno sulla salute delle persone e l’altro sul clima». E non è tutto perché, come ha aggiunto Licia Balboni, presidente di Federmetano, quando si diffonderà il biometano il contenimento delle emissioni arriverà al 90%, rendendolo di fatto un carburante duraturo e non di transizione, come in molti lo definiscono. Senza considerare che il biometano, grazie anche ai 4 miliardi di euro di finanziamenti pubblici destinati ai siti produttivi, è presente nel nostro paese e non va importato dall’estero.
Ma come ammette Andrea Toccafondi, presidente della Koinè, «la scelta dell’LNG è stata fortemente motivata dalla San Pellegrino, con la quale esiste un legame di reciproca fiducia quasi trentennale (la società per qualche stagione è stata anche nostra socia) tale per cui abbiamo sempre assecondato – e a ragione – le sue scelte strategiche. L’unico dubbio, almeno inizialmente, era stato dettato dalla carenza della rete di distribuzione del carburante, visto che, fino a poche stagioni fa, esistevano soltanto due stazioni. Ma poi, quando ho visto che la rete si allargava a macchia d’olio arrivando a contare quasi 40 punti, ogni dubbio si è sciolto: sono andato da Scania e ho ordinato 50 veicoli».
Quindi, semmai ce ne fosse bisogno, anche questa storia conferma un’evidenza già messa in luce dal mercato: il fatto che a stimolare l’acquisto e il ricorso a veicoli LNG, o più in generale a più basso impatto ambientale, è sempre la committenza. Per più di una ragione: la prima è quella che ricorda Andrea Fossa, direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, quando spiega che nel bilancio integrato le società devono prendere in considerazione, oltre ai numeri, anche altri fattori come quello ambientale e quindi anche la sostenibilità acquisisce un peso significativo.
Ma per San Pellegrino c’è anche qualcosa di più: c’è la necessità di rispettare quello stesso ambiente da cui si genera il motore liquido del loro business, la montagna da cui scaturisce l’acqua. Proprio per questo, riferisce Maura Sartore, direttrice della supply chain di Nestlé Waters per il Sud Europa, «mettiamo in campo una serie articolata di azioni già nella fase produttiva riducendo i consumi di acqua per 80 milioni di tonnellate, contenendo i consumi energetici grazie al ricorso a fonti rinnovabili e tagliando materiali poco sostenibili come il PET per oltre sei milioni di tonnellate soltanto negli ultimi anni». Rispetto all’attività logistica, invece, Sartore chiarisce il focus è ovviamente sulle attività di trasporto, giudicate di maggiore impatto, e per contenerlo si cerca innanzi tutto di scegliere, rispetto a ogni attività, «la modalità più opportuna, tanto che già attualmente la percentuali di movimentazioni affidate al treno o alla nave sono il 40%. Ma quando si arriva sulla strada, necessaria per coprire il territorio in modo capillare, cerchiamo sempre di adottare nuove tecnologie capaci di ridurre le emissioni inquinanti». E lungo questo percorso si arriva all’LNG che, in Val Brembana – sottolinea Sartore – «ci consentirà, già nel prossimo anno, di tagliare le emissione di anidride carbonica di oltre 500 tonnellate», ma che il gruppo ha già testato con successo qualche anno fa in Valtellina, dove è presente con il brand Levissima.
In pratica la ricetta secondo cui San Pellegrino si riesce a far lievitare la sostenibilità è quella del «fuoco lento» e del ricorso a quanti più possibili ingredienti e soluzioni da utilizzare in modo integrato. Un concetto che trova perfettamente concorde Fenoglio, che ha ribadito che «la sostenibilità non è una condizione che si conquista tramite formule magiche, ma richiede un miglioramento continuo e soprattutto la necessità di lavorare su un ecosistema, vale a dire cecando di coinvolgere tutti i possibili attori presenti in un dato contesto ambientale». E ha anche annunciato che una dimostrazione concreta di questo coinvolgimento collaborativo verrà fornita direttamente da Scania al Transpotec. Appuntamento quindi a Verona, il 21 febbraio.
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I tre attori sostenibili: da sinistra F.Fenoglio (AD Italscania), A.Toccafondi (presidente Koinè) e M.Sartore (direttrice logistica Nestlé Waters Sud Europa)