Tempi di attesa eccessivamente lunghi che impattano negativamente sul ricavo delle imprese di autotrasporto, incapacità del terminal container nel servire l’autotrasporto, scarsa organizzazione della viabilità portuale, nonché criticità legate al processo documentale. Sono soltanto alcune delle ragioni che hanno fatto scattare lo stato di agitazione nel Porto di Genova, proclamato il 22 novembre da CNA Fita, Confartigianato Trasporti, Fai Conftrasporto, FIAP e Trasportounito.
Le Associazioni stimano che le imprese di autotrasporto abbiano perso, solo nel corso del 2018, circa 25 milioni di euro a causa dei disservizi causati dai blocchi operativi, aggravando ulteriormente una situazione già di difficoltà.
Il mondo dell’autotrasporto richiede, dunque, un intervento su più fronti: all’Autorità di Sistema Portuale di risolvere il problema delle attese eccessive, completando il sistema di tracciamento e di certificazione delle stesse, e di impegnarsi, superata una soglia minima di fermo macchina, a indennizzare le imprese di autotrasporto; agli altri operatori di pagare adeguatamente i servizi di autotrasporto, mettendo fine al dumping tariffario. Tali richieste verranno affrontate ufficialmente il 29 novembre, in occasione del tavolo convocato dal presidente Emilio Signorini. Qualora non vengano prodotte risposte e impegni precisi, le associazioni dell’autotrasporto dichiareranno il fermo dei servizi di categoria.