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Francia: i rapporti tra giubbetti gialli e il mondo dell’autotrasporto

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Sono stati oltre 300 mila i manifestanti che, in Francia, sabato scorso hanno preso parte a quella che è stata definita la “protesta dei giubbetti gialli” (dal nome dell’abbigliamento da indossare in caso di emergenza su strada), mossa contro l’aumento delle tasse sui carburanti e la diminuzione del potere di acquisto

Numerosi i disagi alla circolazione, causati dal blocco di strade, autostrade, ipermercati e depositi di carburante. In merito a ciò, il gruppo Total ha deciso di chiudere i depositi petroliferi bloccati dai giubbetti gialli a Vern-sur-Seiche (Ille-et-Vilaine) e Fos-sur-Mer (Bouches-du-Rhône), costringendo così i veicoli pesanti a fermarsi.

La protesta, proseguita anche nei giorni successivi e che dovrebbe arrivare a bloccare Parigi il prossimo 24 novembre (stando alle voci che circolano in rete, ha spaccato il mondo dell’autotrasporto: se da una parte, infatti, molti camionisti hanno preso parte spontaneamente alle manifestazioni, dall’altra le organizzazioni di categoria hanno preso le distanze da una protesta in cui si fatica a mettere a fuoco gli organizzatori e che è sfociata anche in episodi poco trasparenti. Per esempio, nella notte tra il 18 e il 19 a Calais, un automobilista e un camionista hanno colpito i manifestanti forzando i blocchi stradali. Entrambi sono stati arrestati. Un altro incidente è avvenuto a Saint-Dizier (Haute-Marne) in cui, durante una manovra, un camion ha investito un manifestante, causandogli diverse fratture. Anch’esso è stato arrestato. Oggi pomeriggio, poi, alcuni camion messi di traverso lungo l’autostrada A84 nella Manica stanno fermando il passaggio dei giubbetti gialli con qualche timore di scintille.

In merito a questi episodi, l’Organizzazione degli autotrasportatori europei (OTRE) ricorda che «gli autotrasportatori non sono coinvolti nel movimento dei giubbotti gialli. Da lunedì, i mezzi pesanti sono stati bloccati in varie parti del paese contro la volontà di chi li conduce o comunque contro la volontà degli imprenditori». Sostiene, inoltre, che queste iniziative non sono rappresentative del mondo degli autotrasporti, ma da considerarsi un’azione isolata. In ogni caso, OTRE esprime la sua assoluta opposizione a qualsiasi tassazione supplementare degli automezzi pesanti.

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