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Al Brenner Meeting spunta la tariffa unica del gasolio sull’asse alpino, ma Toninelli frena i blocchi austriaci

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«Avanti ferrovia!». È questo il grido con cui si è conclusa la seconda puntata del Brenner Meeting, che si è svolta ogggi a Bolzano. Perché alla fine per cercare di ridurre il traffico sul Brennero, cresciuto a quanto detto del 14% ogni anno con più di 2,2 milioni di veicoli in transito, la strada maestra da seguire è quella che imbocca la ferrovia. E a questo scopo tutte le regioni e gli Stati coinvolti hanno sottoscritto un memorandum per una politica comune transfrontaliera per la gestione del traffico e l’adozione di misure infrastrutturali finalizzate a realizzare il corridoio TEN-T fra Scandinavia e Mediterraneo. Memorandum sottoscritto e positivamente commentato («Gli impegni finanziari di lungo termine sul corridoio del Brennero, nell’ambito della stategia Ten-T, rappresentano una sfida fondamentale per connettere meglio le varie aree d’Europa») dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, assente per impegni di governo come peraltro il suo omologo tedesco, ma non dal capitano del Tirolo Günther Platter, che ha lasciato la riunione prima perché le sue richieste non erano accolte, mentre ha manifestato parere favorevole su un protocollo aggiuntivo contenente le misure concrete per ridurre il traffico pesante sull’asse del Brennero, sul quale però sarà apposta la firma in un secondo momento. 

Le posizioni del ministro Toninelli
Secondo Toninelli, le intese raggiunte «daranno benefici enormi alla nostra economia, considerando che circa il 70 per cento dell’import-export italiano passa per l’arco alpino». Ciò che serve secondo il ministro è un’azione concertata e finalizzata su tre direzione: 

–  l’ottimizzazione della linea storica Rfi con miglioramenti in termini di velocità e capacità; 

–  la modulazione dei pedaggi che, in base al principio “chi usa paga e chi inquina paga”, tenga conto dell’utilizzo di fonti pulite e combustibili alternativi. E tutto questo per incentivare la diffusione di mezzi di trasporto più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente. E quindi con possibili incrementi tariffari da tenere in considerazione quando si andrà a definire la futura concessione dell’autostrada del Brennero;

–  l’analisi costi-benefici e trasparenza sugli appalti in relazione ai reali volumi di traffico legati al possibile potenziamento della linea di accesso a sud del Brennero, da Verona a Fortezza. Se da una parte, infatti, la realizzazione del tunnel di base e quella del primo lotto della linea di accesso (da Fortezza a Ponte Gardena) sono rispettivamente in corso di realizzazione e già avviata dal Cipe, e rappresentano opere di utilità fondamentale, dall’altra occorre definire in modo razionale e trasparente con quali modalità sarà necessario procedere alla realizzazione della restante tratta d’accesso (da Verona a Ponte Gardena). E si valuterà in tal senso anche l’opportunità di partecipare a bandi per accedere ai finanziamenti europei.

 

Le politiche punitive per il traffico pesante
Un po’ diversa la posizione dei territori dell’Euroregio, il comprensorio che raggruppa Tirolo, Alto Adige e Trentino, che punta l’obiettivo di arrivare nel 2027 ad avere sul Brennero la stessa quantità di merci trasportate su gomma e su rotaia, per poi giungere, nel 2035, a un’inversione del rapporto rispetto ai dati attuali portando al 29% la percentuale di merci trasportate su gomma.

Per ottenere questi obiettivi bisogna penalizzare il traffico pesante. E proprio per questo anche il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher ha sostenuto che «è necessario introdurre gradualmente tariffe più alte per i pesanti in transito sull’autostrada tra Brennero e Modena». 

In più si è detto anche della necessità di introdurre sia un controllo dinamico della velocità sull’asse del Brennero, sia un divieto di transito dei mezzi pesanti sulle strade statali, già in vigore in Tirolo e che il presidente bolzanino si è detto pronto ad adottare in solitudine «se non verranno adottate misure a un livello più alto».
Ma il punto decisivo riguarda l’introduzione di una tariffa unitaria per il carburante dei mezzi pesanti in transito lungo l’asse del Brennero e la destinazione degli introiti derivanti dagli aumenti delle tariffe al sostegno del trasporto su rotaia.

 

Le politiche di incentivo del ferro e del combinato
Fin qui la parte punitiva del traffico pesante. Poi c’è quella premiante per la rotaia. E sotto questo capitolo va inserita la previsione delle Province di Bolzano e Trento di realizzare un nuovo interporto che consenta un trasporto combinato più veloce e più economico o il progetto di modernizzazione dei terminal di carico, l’impiego di convogli più silenziosi e un elenco di agevolazioni per il traffico combinato. 

Il presidente del Trentino, Ugo Rossi, ha ricordato al riguardo che l’Interporto di Trento sarà potenziato beneficiando con il prossimo assestamento di bilancio di un ulteriore stanziamento (tra i 10 e i 12 milioni di euro) per completare le opere che, entro il 2019, permetteranno di aumentare da 200 mila a 600 mila il numero di tir da spostare sull’autostrada.

 

Toninelli all’Austria: «I blocchi sono inaccettabili»
Se rispetto al politica di sviluppo del trasporto su rotiaia, come detto, il ministro Toninelli si è detto soddisfatto, è suonata diversa invece la posizione fin troppo punitiva di chi punta il dito contro il traffico pesante stradale. Facendo riferimento alle misure intraprese dall’Austria, il ministro ha infatti invitato a valutare in modo più favorevole il traffico pesante e ha scritto senza mezzi termini che «i blocchi sono inaccettabili», aggiungendo poi che questo tipo di divieti non concordati «appaiono in contrasto con lo spirito delle intese del vertice di Monaco e con il principio di libera circolazione delle merci che informa il diritto della Ue». Ma soprattutto Toninelli ha voluto ricordare che «l’Italia è in primissima linea dal punto di vista dello sforzo economico, in ottica multimodale di trasferimento progressivo del traffico dalla gomma al ferro. E ci aspettiamo che il governo austriaco riconosca questo impegno».

 

Uggè: «Se l’Austria non si ferma, misure penalizzanti anche ai suoi vettori»
Un apprezzamento per questa posizione è giunto dal vicepresidente di Conftrasporto, Paolo Uggè: «Il governo austriaco in queste ultime settimane ha proseguito ostinatamente nel proprio atteggiamento unilaterale, determinando danni economici all’economia italiana, sia sul fronte del sistema produttivo che su quello delle imprese di autotrasporto. L’affermazione del ministro Toninelli e il confermato impegno a sviluppare il trasporto multimodale sono pienamente in linea con le posizioni più volte espresse da Conftrasporto». Dura invece la conclusione di Uggè: «Qualora l’atteggiamento provocatorio del governo austriaco dovesse proseguire, chiediamo iniziative altrettanto penalizzanti nei confronti dei suoi vettori». Anche se – ha poi precisato – «il caso Brennero così come la questione dell’immigrazione è un aspetto che deve essere affrontato e definito a livello dell’autorità comunitaria». 

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