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Respinto appello Aspi, spenti tutor in Autostrada

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La capacità di complicarsi la vita e la miopia burocratica e giudiziaria ancora protagoniste delle vicende italiche. I Tutor autostradali avevano in questi anni dato ottima prova di sé, operando come rimedio efficace  contro le alte velocità dei mezzi e diminuendo drasticamente morti e incidenti su strada.

Ma circa due mesi fa ecco la doccia fredda. La Corte d’Appello di Roma stabilisce che Autostrade per l’Italia (Aspi) deve rimuovere tutti i dispositivi installati, in quanto “mezzi che costituiscono violazione di brevetto”.  Si scopre infatti che il titolare del brevetto di questi macchinari è una piccola azienda di Greve in Chianti, la Craft, fondata da un ex tecnico della Galileo, Romolo Donnini. Assistito dal professor Vincenzo Vigoriti e dall’avvocato Donato Nitti, Donnini accusa Autostrade per l’Italia di contraffazione del brevetto e vince la causa.

Nel periodo dalla sentenza a oggi i Tutor erano rimasti ugualmente attivi. Nel frattempo Aspi era ricorsa in appello, chiedendo la sospensione dell’esecutività della sentenza di condanna, in attesa che si fosse definito un ulteriore ricorso della società in Cassazione. Ma ora, con la conferma della decisione giudiziaria in appello e l’istanza di Aspi respinta, i dispositivi sono stati spenti.

La prima conseguenza è che, probabilmente, la funzione intimidatoria dei Tutor perderà immediatamente di efficacia e l’incidentalità sulle autostrade riprenderà a salire. Ma evidentemente la sicurezza stradale non è un tema importante per la Corte d’Appello che anzi ha affermato che non è tra gli interessi di cui Autostrade per l’Italia si può considerare portatrice, “essendo sottoposti alla cura dello Stato”. E quindi si tratta di considerazioni che devono restare fuori dal giudizio civile sulla contraffazione del brevetto. Una mancanza di prospettiva sorprendente, alla faccia della salute e dell’integrità di chi viaggia sulle strade italiane.

Per i pochi che non lo sapessero, ricordiamo come i Tutor siano un sistema automatico gestito della Polizia di Stato che rileva la velocità media di ogni veicolo transitante sul tratto di autostrada soggetto al suo controllo, di lunghezza compresa tra i 10 e i 25 km. I percorsi monitorati dal Tutor sono delimitati da due portali, in entrata e in uscita, muniti di telecamera e collegati a sensori di velocità situati sotto il manto stradale. Superati i limiti, il sistema risale automaticamente all’intestatario del veicolo attraverso il database della Motorizzazione e invia i dati alla Polizia Stradale per l’accertamento della violazione.

 

Foto di archivio

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