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Conftrasporto alla politica: lo Stato si riprenda la competenza sulle infrastrutture

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Come si fa a far comprendere alla politica l’importanza della logistica e dell’autotrasporto? Il metodo scelto da Conftrasporto è quello di usare innanzi tutto i numeri e di monetizzare i vantaggi. In un documento redatto per sensibilizzare le forze politiche in vista delle prossime elezioni politiche, l’associazione aderente a Confcommercio enfatizza in particolare un dato: se l’Italia potesse raggiungere in 9 anni l’efficienza logistica della Germania, Paese con il più elevato Indice di Performance Logistica calcolato dalla Banca Mondiale, potrebbe contare, al termine del processo, su un incremento di 34 miliardi di euro di PIL. Ma è chiaro che un dato che inizia con un congiuntivo, fa riferimento a un evento irreale o per lo meno ipotetico. Anche perché la realtà in questi ultimi anni è andata in tutt’altra direzione: il valore aggiunto delle imprese del trasporto terrestre dal 2009 al 2015 si è ridotto di oltre il 15%, a fronte di una crescita dello 0,8% segnata nel complesso dalle imprese dei servizi.

Quali le ragioni di questo arretramento. Il Centro Studi di Confcommercio al riguardo non ha dubbi: in dieci anni, dal 2005 al 2015, i traffici gestiti da imprese italiane si sono ridotti di oltre il 69%, quelli effettuati dalle imprese dei Paesi dell’Europa dell’Est sono aumentati del 198,5%.

Vogliamo invertire la rotta? Se questa è l’intenzione, i modi per farlo ci sono. Tra quelli proposti da Conftrasporto (il documento completo si può scaricare qui) abbiamo selezionato quelli che riguardano più da vicino l’autotrasporto.

La prima proposta, dal sapore politico ma dai molteplici risvolti pratici, riguarda la modifica del titolo V della Costituzione per riaccentrare la competenza in materie di infrastrutture e di grandi reti di trasporto nelle mani dello Stato, in modo da favorire l’unitarietà degli indirizzi e il confronto strutturato con le diverse rappresentanze economiche. Accanto a questo c’è anche la resurrezione della defunta Consulta Generale per i trasporti, la logistica e la mobilità.

 

Molta enfasi poi viene data alla formazione del settore, da alimentare con un potenziamento dei progetti di alternanza scuola-lavoro, con collaborazioni delle imprese con gli Istituti Tecnici Superiori e l’avvio di Master universitari in logistica.

Incidentalmente ricordiamo poi il secco «no», già espresso nei giorni scorsi quando era in corso il Brenner Meeting di Monaco, rispetto a ogni ipotesi di contingentare i transiti su gomma lungo la barriera alpina. Interessante è poi l’istituzione di una metropolitana notturna delle merci, vale a dire l’utilizzo nelle ore notturne della rete ad alta velocità/capacità per il trasporto ferroviario delle merci, per consentire il passaggio di trailer e container high cube. Cosa che peraltro dovrebbe essere fattibile già dal prossimo anno.

Buona parte delle proposte sulla «sburocratizzazione» le assorbe la disciplina dei trasporti eccezionali su gomma da riformare sulla base di criteri uniformi a livello nazionale per il rilascio delle autorizzazioni, con la valorizzazione della pratica del silenzio assenso nella concessione dei nulla osta, con il completamento del catasto delle strade a livello nazionale e con l’attivazione in tempi rapidi del portale ANAS per la fornitura agli Enti deputati al rilascio dei nulla osta alla circolazione dell’esatta condizione delle strade e dei relativi manufatti.
Per favorire invece la sostenibilità Conftrasporto propone di introdurre meccanismi premianti, coerenti con il principio “chi meno inquina meno paga”, in favore dei veicoli più moderni e di garantire che gli introiti dei pedaggi siano reinvestiti nello stesso settore che li ha generati. Degna di nota è anche l’introduzione per l’LNG di una fiscalità di avvio favorevole e omogenea con quella del gas naturale allo stato gassoso e anche di incentivi per rinnovare un parco veicolare che a fine 2016 era segnato per il 62% da veicoli di classe di emissione ante EURO IV.

Infine, per flash, l’associazione presieduta da Paolo Uggè propone di:

–       contrastare eventuali liberalizzazioni del mercato dell’autotrasporto (con particolare riguardo al cabotaggio su strada), almeno fino a quando non vi sarà un’armonizzazione della legislazione sociale;

–       estendere anche all’autotrasporto di merci l’accordo sulla revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori raggiunto dal Consiglio UE il 23/10/2017, senza attendere l’adozione dei provvedimenti normativi attuativi del pacchetto mobilità;

–       aumentare i controlli sulle operazioni di cabotaggio svolte in Italia dai vettori esteri, dando rapida attuazione alla norma (art.47 bis, comma 1 del d.l 50/2017) che sanziona gli autisti di imprese estere impiegati in Italia trovati privi a bordo del mezzo della copia dell’attestazione di distacco inviata al Ministero del Lavoro ai sensi del d.lgs 136/2016;

–       permanenza nell’Albo degli autotrasportatori esclusivamente delle imprese dotate di veicoli aventi titolo a esercitare la professione;

–       favorire un corretto rapporto contrattuale tra vettori e committenza, attraverso la valorizzazione del contratto di trasporto scritto.

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