30 ottobre, seconda giornata di sciopero e seconda replica dello scontro interpretativo tra le parti in causa. Mentre infatti la Filt CGIL parla di «adesioni altissime, da nord a sud, fino al 100% nei centri e nei magazzini di distribuzione e spedizione delle merci, agli ingressi di porti e degli interporti con lunghe file di camion, nelle filiali dei corrieri espressi».
Conftrasporto sostiene invece che, le dichiarazioni di parte sindacale «non sembrano coerenti con quello che si può constatare vedendo il traffico lungo le strade ed autostrade dove i mezzi pesanti circolano tranquillamente». «Corre evidenziare – si ironizza – come i camion non si guidano da soli (ancora) quindi per ogni camion in strada abbiamo un autista alla guida che fa il suo mestiere».
Dall’altra parte la Federazione dei Trasporti della Cgil parla di iniziative «ai varchi al Porto di Genova», di interporto bloccato a Parma, di attività ferma di all’interporto Rivalta Scrivia (Alessandria), di manifestazione e blocchi all’interporto di Bari. In più – si aggiunge – «sono chiusi i centri Intermodali di Vercelli e di Novara. Chiusi i cancelli della filiale Tnt di Piacenza ed al Polo logistico Xpo Pontenure (Piacenza). Ferme le attività in molte cooperative che hanno appalti. Molto partecipati i presidi a Roma presso la Prefettura ed a Bologna davanti la sede della Lega delle Cooperative».
Secondo Conftrasporto invece i disagi sono stati circoscritti a un paio di porti ed interporti – dove «pochi manifestanti hanno colpevolmente e illegittimamente condizionato l’attività di altri – e soprattutto non hanno direttamente interessato le aziende di autotrasporto».
E quindi, a chi credere?