Mancano autisti di camion. Il problema è risaputo, anche perché ribadito fino alla nausea. Sarebbe meglio se, invece di continuare a discettare sulle ragioni che l’hanno creato, si individuino soluzioni. Anche perché altrimenti tra un decennio al massimo l’attuale lacuna, vista l’età media degli autisti attivi, rischia di diventare gigantesca. Ben venga, allora, la proposta che Trasportounito ha messo sul tavolo della «Commissione conducenti», costituita in seno all’Albo degli Autotrasportatori per volere della viceministra Teresa Bellanova.
In pratica, il segretario generale dell’associazione, Maurizio Longo, argomentando la necessità di approcciare il problema in maniera diversa, concependo in modo dedicato sia l’addestramento sia la gestione amministrativa, ha predisposto un vero e proprio protocollo in cui figurano una serie di interventi che contemplano sia alcune modifiche normative, come quella di togliere il reddito di cittadinanza a coloro che sono in possesso di una patente di categoria «C», sia la concessione di incentivi da destinare a chi costituisce apposite “imprese-scuola” accreditate allo scopo di fornire ai nuovi autisti la necessaria formazione pratica, una volta che abbiano acquisito l’abilitazione alla guida e superato l’esame CQC. Peraltro, proprio a questo proposito Trasportounito propone anche di eliminare l’obbligatorietà del corso iniziale per il conseguimento della CQC e introdurre invece la possibilità di sostenere contemporaneamente l’esame per la CQC e quello della patente di guida.
Altre proposte riguardano:
- la creazione di procedure preferenziali per le patenti professionali nell’ambito della motorizzazione;
- l’apertura di uffici dedicati alla gestione amministrativa per i potenziali conducenti extracomunitari
- il ricorso a programmi formativi semplificati in logica digitale.