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Raccolta rifiuti, Volvo testa il camion che si guida da solo

Il veicolo a guida autonoma monitora e traccia una mappa dell’itinerario con l’aiuto di sensori e tecnologia GPS e, dalla volta successiva nella stessa area, segue con precisione il percorso e conosce presso quali cassonetti deve fermarsi

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Il camion che si guida da solo in tutta sicurezza è realtà nei test che Volvo Trucks sta effettuando in Svezia insieme a Renova, un’azienda scandinava che opera nella gestione dei rifiuti. Il Volvo FM per la raccolta rifiuti a guida autonoma, simile all’autocarro della casa svedese che dall’autunno del 2016 opera nella miniera di Kristineberg, nella Svezia settentrionale, viene oggi provato con l’obiettivo di rendere più sicura ed efficiente la gestione della spazzatura e creare un ambiente di lavoro ottimale per gli autisti. Il veicolo controlla in continuo l’area circostante e si arresta immediatamente se un ostacolo compare all’improvviso sulla strada.

Ma come funziona il mezzo? La prima volta che viene utilizzato in un’area nuova il veicolo è guidato dall’autista, mentre il sistema di bordo monitora e traccia una mappa dell’itinerario con l’aiuto di sensori e della tecnologia GPS. Così la volta successiva nella stessa zona il camion avrà “imparato” con precisione il percorso da seguire e presso quali cassonetti deve fermarsi. Alla prima sosta con il sistema automatico attivato, l’autista scende dalla cabina, raggiunge la parte posteriore del veicolo, avvicina il cassonetto dei rifiuti su ruote e lo svuota seguendo la solita procedura. Al termine dell’operazione e non appena riceve il comando inviato dall’autista, il veicolo procede automaticamente in retromarcia fino al cassonetto successivo. L’autista segue esattamente lo stesso percorso del camion e può quindi controllare tutto ciò che accade nella direzione di marcia.

“La scelta di procedere a marcia indietro – spiega Hans Zachrisson, responsabile dello sviluppo strategico di Renova – permette all’autista di rimanere sempre vicino all’unità di compattazione, senza doversi continuamente spostare tra la parte posteriore del camion e la cabina ogni volta che il veicolo si muove. E poiché l’autista non è obbligato a salire e scendere dalla cabina a ogni partenza e arresto, il rischio di infortuni legati al lavoro, ad esempio problemi alle ginocchia e ad altre articolazioni, risulta diminuito”.

Inoltre in questo modo si eliminano i problemi legati alla retromarcia, come la difficoltà di vedere chi o cosa si trova dietro al veicolo, i divieti di manovra in retro in determinate aree o l’obbligo di presenza di un altro operatore dietro al mezzo per verificare che la strada sia libera prima che il camion inizi la manovra. Poiché i sensori controllano l’area tutto intorno, la guida risulta sempre sicura, indipendentemente dalla direzione in cui il camion si muove, avanti o indietro. E se la strada è bloccata, ad esempio da un’auto parcheggiata, il veicolo è in grado di aggirare automaticamente l’ostacolo, a condizione che lo spazio di manovra sia sufficiente. 

Infine i sistemi automatici ottimizzano il cambio di marcia, la sterzata e la velocità, consentendo così di ridurre il consumo di carburante e le emissioni.

L’utilizzo di veicoli a guida autonoma per la raccolta rifiuti non è però dietro l’angolo. I test proseguiranno fino alla fine del 2017 e saranno seguito da valutazioni su funzionalità e sicurezza e da giudizi di autisti, altri utenti della strada e residenti locali. Il primo utilizzo di questi veicoli avverrà probabilmente entro aree strettamente limitate, come miniere e terminal di carico.

 

NELLA FOTO:
I sensori monitorano costantemente l’area intorno al veicolo per garantire che la retromarcia sia sicura come la guida in avanti.

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