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Le associazioni del trasporto chiedono al governo di prorogare il termine per la consegna dei veicoli 

Tutte le aziende di trasporto che hanno investito in veicoli negli ultimi due anni possono beneficiare di un credito di imposta. Ma a tale scopo è necessario che tali veicoli siano consegnati entro il 31 dicembre 2022. Ecco perché Anav, Anfia, Anita, Federauto e Unatras chiedono tutte insieme al governo di prorogare di sei mesi quel termine

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Da un problema ne cadono sempre altri. Prendiamo i tempi di consegna dei veicoli che, come ormai è noto, si sono allungati in maniera straordinaria per mancanza di chip, di materie prime e di semilavorati. Ebbene, da questo problema ora ne deriva un altro: se i veicoli ordinati non vengono fisicamente consegnati entro il 31 dicembre 2022, per i vincoli previsti dalla legge di Bilancio del 2021 non è possibile fruire del credito di imposta sull’investimento sostenuto. Urgerebbe far slittare in avanti quel termine, prorogandolo oltre la fine dell’anno. E in Italia l’atto normativo da sempre utilizzato a tale scopo è il decreto Milleproroghe. Senonché in quello predisposto per il 2023 e approvato dal Consiglio dei Ministri non si fa alcun cenno all’estensione dei termini di consegna dei beni strumentali tradizionali, inclusi appunto i veicoli utilizzati dalle imprese che effettuano servizi di trasporto. Proprio per tale ragione tutte le associazioni di rappresentanza delle imprese italiane di trasporto merci e passeggeri e la filiera industriale e commerciale automotive (Anav, Anfia, Anita, Federauto e Unatras), che già in passato – come ricordano in una nota –  avevano «con largo anticipo comunicato al Governo» il rischio che non si riuscissero a rispettare i tempi di consegna dei veicoli previsti dalla normativa e avevano quindi richiesto una concessione di 6 mesi di proroga «che nulla avrebbero impattato sui bilanci dello Stato», adesso avanzano una proposta concreta finalizzata a non pregiudicare l’accesso delle aziende di trasporto a una delle principali misure di sostegno agli investimenti degli ultimi anni (e che scomparirà nel 2023): estendere di sei mesi i termini di consegna dei beni oggetto del credito d’imposta in scadenza il 31 dicembre 2022 in sede di conversione parlamentare del DL Milleproroghe. E in particolare ai:

·        beni strumentali materiali tradizionali e innovativi ordinati nel 2021 e per cui è stato versato un acconto del 20% (dal 31/12/2022 al 30/06/2023)

·        beni strumentali materiali tradizionali e innovativi ordinati nel 2022 e per cui non è stato versato acconto (dal 31/12/2022 al 30/06/2023)

·        beni strumentali materiali tradizionali ordinati nel 2022 e per cui è stato versato un acconto del 20% (dal 30/06/2023 al 31/12/2022)

Questa misura, integrata con il rinnovo del credito d’imposta riservato alle imprese del Mezzogiorno previsto dal DDL Bilancio 2023 in via d’approvazione in questi giorni, potrebbe tutelare gli investimenti sostenuti dalle imprese italiane nei due anni scorsi con non poche difficoltà.

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