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Accordo Fercam-Artoni: siglato il contratto per il passaggio di 14 filiali. Ecco i dettagli

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Dopo settimane di trattative, ieri 23 marzo, il gruppo Fercam e Artoni hanno firmato il contratto con cui la prima società subentra in 14 filiali–rami d’azienda della seconda e di fatto “salva” 140 dipendenti direttamente impiegati in queste attività. Attività che danno lavoro a un indotto stimato di circa 500 lavoratori indiretti delle cooperative e dei vettori addetti allo smistamento alla raccolta e alla distribuzione delle merci. La data di efficacia del contratto è stata stabilita dal 1° aprile. Prima della stipula del contratto si è raggiunto anche un accordo tra le Organizzazioni sindacali e i rappresentanti Artoni e Fercam, a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Le 14 filiali Artoni che passano a Fercam sono: Brescia, Bergamo, Varese, Vercelli, Alessandria, Piacenza, Mantova, Modena, Reggio Emilia, Cesena, Civitanova Marche, Pisa, Terni e Latina.

«Vista la situazione operativa in cui si è venuto a trovare il gruppo Artoni – ha preso atto il presidente di Fercam, Thomas Baumgartnerè stata l’unica operazione industriale e aziendale possibile e realizzabile». E anche da parte sindacale si ammette che si sarebbe voluto fare di più, ma ormai non esistevano più grandi spazi di trattativa. Chi rimane escluso, però, avrà sempre la possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria.

La novità dell’accordo riguarda anche la firma di ulteriori contratti secondo cui Artoni lavorerà in alcune specifiche aree (si parla di Genova e Trieste) per conto di Fercam, per permettere ad Artoni una, se pur ridotta, continuità aziendale. Fercam inoltre ha proposto anche l’acquisizione di una parte significativa degli immobili delle piattaforme distributive con un impegno finanziario non indifferente, di supporto anche alla riduzione degli impegni debitori di Artoni. Così come non è escluso che le filiali rimaste escluse dall’accordo vengano offerte da Artoni sul mercato.

Fercam in ogni caso è già pronta per rimettere in piedi il lavoro, ristabilire una nuova relazione e offrire servizi migliori ai clienti della ex Artoni che in queste settimane hanno dovuto in parte subire la situazione che si era venuta a creare o, più semplicemente, hanno cercato soluzioni alternative. 

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