«La riduzione dell’anidride carbonica – che è quello che tutti vogliamo, perché tutti viviamo in questo pianeta – si ottiene decarbonizzando il vettore energetico, non chi lo utilizza». Questa intuizione è il perno intorno al quale ha ruotato l’audizione del vicepresidente di Federauto con delega Trucks&Van, Massimo Artusi, davanti alla XIV Commissione – Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati, avvenuto lo scorso 9 maggio e dedicata alla proposta di regolamento europeo (di modifica del regolamento UE 2019/1242) con cui rafforzare i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi. Di fatto, Artusi ha cercato di dimostrare che il criterio «di considerare solamente le emissioni dal serbatoio alla ruota è molto limitante perché non considera tutto ciò che viene prima dell’immissione del carburante nel veicolo». E proprio questo approccio – ha sottolineato Artusi – «ha generato incomprensioni ed errori». Mentre oggi, con una diversa prospettiva, «gli ultimi orientamenti sia in campo europeo che internazionale, stanno rivedendo il proprio atteggiamento su quelli che sono i carburanti non fossili, quindi generalmente tutto ciò che è biocarburante».
Per il resto la posizione di Federauto è molto lineare e, rispetto all’argomento di interesse normativo, si può sintetizzare in tre necessità:
- Quella di includere tutti i carburanti derivanti da vettori rinnovabili – in particolare, i biocarburanti e tutti i carbon neutral fuels – nel computo delle tecnologie conformi al 100% al raggiungimento dei target di emissioni zero di CO2
- Quella di rivedere i target sulle scadenze temporali di riduzione delle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti al 2030, considerando del tutto irrealistica la proposta della Commissione di innalzare il target a -45% rispetto al Regolamento attualmente in vigore.
- Quella di definire target di decarbonizzazione realistici anche in base all’andamento delle condizioni abilitanti in materia di infrastrutture di ricarica elettrica e di erogazione dei carburanti.