Il trasporto merci non è mai stato per il gruppo Ferrovie dello Stato un grande affare. Anzi, a dire il vero è stato un pozzo in cui sono andati a finire in cinque anni circa 800 milioni. Eppure tutte le attività che girano intorno alla movimentazione delle merci conservano un peso all’interno del gruppo di tutto rispetto: circa 1/7 del volume d’affari complessivo. Dal rapporto squilibrato tra mole e redditività è scaturita la ristrutturazione, partita formalmente a gennaio, ma presentata ufficialmente a Milano questa mattina al ministro dei Trasporti Graziano Delrio da Renato Mazzoncini, ad FS Italiane, e Marco Gosso, ad di Mercitalia Logistics, con la creazione di un unico Polo, chiamato appunto Mercitalia, che sviluppa un fatturato di circa un miliardo di euro all’anno, occupa 4.000 addetti e dispone di una flotta di circa 600 locomotori e 26 mila vagoni. Il valore aggiunto del nuovo polo deriva, almeno sulla carta, da due elementi. Innanzi tutto l’offerta di Mercitalia è unica ma articolata. Al suo interno cioè vengono raggruppate le società del gruppo FS attive nel trasporto merci e nella logistica, vale a dire la capogruppo subholding Mercitalia Logistics, Mercitalia Rail (maggiore player italiano del settore con 500 mln € di fatturato annuo), Gruppo TX Logistik (con base in Germania, ma attivo in diversi Paesi europei), Cemat (terzo player europeo del combinato), Mercitalia Transport & Services, Mercitalia Terminal, TerAlp (Terminal AlpTransit) e TLF. Dal punto di vista di chi domanda trasporti, questa organizzazione non apparirà in tutti i suoi addentellati, ma prenderà le forme di un’unica interfaccia in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, di individuare soluzioni integrate di trasporto e logistica e di far risparmiare tempo e risorse ai suoi interlocutori.
Il secondo valore aggiunto è di ordine tecnologico. Nel Piano Industriale fino al 2026 compaiono investimenti programmati per 1,5 miliardi di euro: più di un miliardo servirà per rinnovare il parco rotabile (rinnovo iniziato con due contratti di noleggio full manteinance per 20 nuove locomotive elettriche e proseguirà con l’acquisto di ulteriori 125 locomotive elettriche nei prossimi anni per Mercitalia Rail e a TX Logistik), 100 milioni prenderanno la strada dei terminal intermodali (previsti nuovi impianti a Milano, Brescia e Piacenza) in asse con il Gottardo e il Core Corridor Reno-Alpi (Genova-Rotterdam), 250 milioni saranno investite in acquisizioni e ulteriori 100 per information technology & sicurezza.
Così, con questa offerta e questa rinnovata organizzazione, Mercitalia si dà obiettivi ambiziosi: ritrovare l’utile di bilancio già a partire dal 2018 e raddoppiare i ricavi facendoli lievitare a 2 miliardi entro il 2026.
A questo scopo, secondo Gosso, le cose più urgenti da fare sono due. La prima riguarda i conti e in particolare «il risanamento di Mercitalia Rail, con un migliore livello di servizio ai clienti e una maggiore produttività». La qual cose comporterà un contenimento dei costi, peraltro già avviato nel 2016, da raggiungere anche attraverso una revisione dei turni di lavoro da discutere con i sindacati. La seconda riguarda l’allargamento del perimetro dell’attività del polo sfruttando al massimo quei 250 milioni di euro messi a disposizione dal Piano industriale, anche per misurarsi con attività diverse o complementari, come per esempio il trasporto su gomma. Soldi che, nell’arco di 10 anni, serviranno a rilevare aziende, in particolare – conclude Gosso – in quelle «aree geografiche dove possiamo rafforzarci».