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Menci: «Costi di produzione dei semirimorchi in crescita del 15-20% negli ultimi tre anni»

Secondo il costruttore, l'aumento dei costi è la conseguenza di maggiori spese per energia (metano), materie prime (acciaio, alluminio), lavoro (adeguamenti salari), componentistica e trasporti. Questa situazione pone le aziende del settore di fronte a una duplice sfida: assorbire una parte di questi incrementi per non penalizzare eccessivamente la domanda e, contestualmente, traslarne una quota sui prezzi finali dei prodotti

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Dopo il nostro approfondimento sui rincari nel settore dei veicoli trainati (30% è l’aumento del prezzo di un semirimorchio centinato negli ultimi tre anni, pubblicato la scorsa settimana), arriva anche la voce di Menci, importante costruttore del comparto, che conferma la tendenza al rialzo dei prezzi.

Nel triennio 2022-2025, secondo l’azienda, i costi di produzione dei semirimorchi sono aumentati di circa il 15-20%, a seconda del modello. Diverse le cause alla base di questo incremento: l’impennata dei costi energetici – in particolare del metano – ha inciso sulle attività di saldatura, verniciatura ed essiccazione delle vernici, senza dimenticare l’aumento delle spese per il riscaldamento degli ambienti produttivi nei mesi freddi.

«Anche il costo delle materie prime è aumentato molto», sottolinea Menci. «Già dalla fine del 2021, materiali fondamentali come acciaio, alluminio, rame e PVC hanno visto un aumento continuo dei prezzi. Nonostante una fase di relativa stabilizzazione registrata nel corso del 2023, i prezzi non sono mai tornati ai livelli pre-crisi e hanno ripreso la loro tendenza al rialzo nel corso del 2024».

Inoltre, in un contesto di elevata inflazione, l’azienda sottolinea come si sia reso necessario un adeguamento dei contratti di lavoro per tutelare il potere d’acquisto dei dipendenti: «questi aumenti salariali, sebbene fondamentali per il benessere dei lavoratori, hanno inevitabilmente inciso sui costi di produzione dei semirimorchi», aggiungendo che «assali, pneumatici, cerchi in lega, la componentistica elettronica ed idraulica, sempre più presente nei veicoli industriali moderni, hanno subito rincari che hanno ulteriormente contribuito ad accrescere il costo finale del prodotto».

Infine, Menci sottolinea anche il peso crescente dei costi di trasporto, sia per l’approvvigionamento delle materie prime sia per la distribuzione dei veicoli finiti, aggravati dall’aumento dei prezzi di carburante e pedaggi.

«Le aziende del settore – conclude Menci – si trovano oggi a dover assorbire parte di questi aumenti e a trasferirne un’altra parte sui prezzi di vendita finale», confermando il quadro di tensione e trasformazione che sta caratterizzando il mercato del trainato.

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