Anastasia Cazacu ha 33 anni, è di origini moldave ma più della metà della sua vita l’ha trascorsa in Italia, dove si è traferita con la famiglia quando di anni ne aveva soltanto 15. Il suo legame con l’Italia, però, era già nato qualche anno prima: il primo viaggio nel Bel Paese risale all’anno precedente al suo trasferimento, neanche a dirlo in cabina seduta accanto al padre autotrasportatore.
Fu proprio allora che scoprì il fascino della strada vista dall’alto di un camion. Crescendo, quella passione si è trasformata in un impegno concreto: ha fondato con la famiglia la CPR Trasporti e, parallelamente, si è costruita una carriera come commercialista specializzata nel settore. Ma il suo percorso non è stato privo di ostacoli. Questa è la sua storia, raccontata in prima persona.
Anastasia, puoi raccontarci il tuo percorso e come sei arrivata in Italia?
Sono arrivata in Italia nel 2007 dopo che mio padre, un autotrasportatore, si era trasferito qui l’anno precedente in cerca di nuove opportunità lavorative. Ero innamorata dell’Italia e i primi mesi furono incredibili, era tutto nuovo per me, e soprattutto molto diverso rispetto alla realtà nella quale ero cresciuta. La Moldavia era un paese in via di sviluppo, e l’Italia ci ha rubato il cuore. Ma passato l’entusiasmo iniziale sono iniziate le prime difficoltà: io e mia sorella ci siamo dovute adattare a una nuova lingua e soprattutto a un nuovo sistema scolastico. L’unica parola che conoscevo era “Buongiorno”. Non potevo parlare con i miei coetanei e vivere una normale vita da adolescente, così mi è presa un po’ di nostalgia di casa, degli amici soprattutto. Non è stato facile, ma mi sono sempre impegnata per integrarmi al meglio e costruire qui il mio futuro.

Hai vissuto da vicino il mondo dell’autotrasporto fin da bambina, come hai capito che anche tu volevi seguire questa strada?
Il viaggio in Italia a bordo del camion di mio padre ha giocato un ruolo importante. Mi affascinava l’idea di vedere il mondo dall’alto, attraverso il parabrezza di quel gigante della strada. Quel senso di libertà mi ha sempre accompagnata. Crescendo è stato naturale per me voler approfondire il settore anche da un punto di vista manageriale e imprenditoriale, così ho studiato Economia e Amministrazione delle Imprese all’Università Bicocca di Milano, successivamente ho fatto il praticantato e l’esame di Stato per diventare commercialista e oggi sono esperta contabile iscritta all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano. Aiuto soprattutto imprese di trasporto e autotrasportatori a gestire al meglio le loro attività, come supporto nell’ambito della consulenza fiscale e contabile, unendo la mia passione per il settore alla competenza maturata negli anni.
Come è nata CPR Trasporti, la vostra azienda di famiglia?
La nostra società di trasporti è nata da un sogno semplice, ma potente: quello di mio padre, che fin da giovane coltivava la passione per l’autotrasporto e il desiderio profondo di avere un giorno un camion tutto suo. È stata proprio questa passione, unita all’opportunità concreta di acquistare il primo mezzo e di entrare a far parte di un consorzio, a spingerci a fare il grande passo e metterci in gioco. Così, da dipendente, mio padre ha avuto il coraggio di trasformarsi in imprenditore. Il primo anno è stato durissimo, senza stipendio e con molte difficoltà economiche da affrontare, ma nonostante tutto non ci siamo mai arresi. Nel frattempo io frequentavo l’Istituto Tecnico e, parallelamente, seguivo il corso per ottenere l’idoneità professionale al trasporto merci conto terzi su strada. Era un periodo intenso, fatto di studio, sacrifici e grandi responsabilità. Avevo appena 18 anni, ma dentro di me mi sentivo molto più adulta, forse perché emigrare da adolescente mi aveva costretta a crescere in fretta. Anche l’età, all’inizio, è stata una barriera: ero molto giovane e dovevo continuamente dimostrare di essere all’altezza, convincere gli altri – e forse anche me stessa – che ce la potevo fare. Ma ogni ostacolo ha rafforzato la nostra determinazione e, oggi, guardando indietro, posso dire che è proprio da quelle difficoltà che è nata la nostra forza. Oggi CPR Trasporti conta sei camion e sei dipendenti. Siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo costruito perché siamo partiti da zero, stravolgendo la nostra vita e rincominciando completamente da capo in un nuovo paese. Il nostro è stato un lavoro di squadra e oggi questa realtà è il risultato dell’impegno di tutti noi.

Come riesci a conciliare il tuo doppio ruolo, tra la gestione dell’azienda e il tuo percorso professionale?
Fin da prima che la nostra azienda famigliare nascesse sono stata sempre un supporto per mio papà, e continuo ad esserlo ancora oggi come consulente esterna. Però ho anche voluto seguire la mia strada, le mie aspirazioni e i miei desideri. Per questo ho continuato con il mio percorso di studi e oggi ho anche la mia attività. Ho seguito la mia strada ma mantenendo le radici.
Non hai mai pensato di prendere le patenti?
Se non avessi fatto questo mio percorso personale probabilmente sì, avrei fatto l’autista seguendo le orme di papà, perché conosco bene la sensazione che si prova in cabina ed è fantastica: da lassù sembra che il mondo ti appartenga.
Perché, dal tuo punto di vista, è così difficile trovare donne non solo autiste, ma anche imprenditrici in questo settore?
La difficoltà di trovare donne nel settore dell’autotrasporto, sia come autiste che come imprenditrici, deriva da una combinazione di fattori storici, culturali e pratici che hanno tradizionalmente escluso le donne da questo ambito. L’autotrasporto è stato, per molti anni, un settore dominato quasi esclusivamente da uomini, con la percezione che fosse un lavoro “da uomini”, sia fisicamente che culturalmente. Questo stereotipo ha limitato le opportunità per le donne, creando barriere che sono ancora oggi difficili da superare, anche se lentamente stanno cambiando. Inoltre, c’è anche un tema legato alle difficoltà di conciliazione tra la vita professionale e quella familiare, soprattutto in un settore in cui le esigenze di lavoro richiedono spesso turni di molte ore, grande capacità di gestione e resilienza. Questo rappresenta un ostacolo ulteriore per molte donne che, pur desiderando intraprendere una carriera in questo ambito, si trovano a dover fare i conti con le difficoltà di una vita professionale che è, per certi versi, molto impegnativa. Tuttavia, le cose stanno cambiando. Le donne che oggi lavorano in questo settore sono una testimonianza della possibilità di superare questi ostacoli, grazie alla loro determinazione e passione.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti per il futuro ruotano attorno a una visione ben definita: far crescere con determinazione sia l’azienda di famiglia che il mio studio professionale, due realtà che rappresentano le radici e allo stesso tempo l’evoluzione del mio percorso. Sto investendo tempo, energie e competenze in un lavoro quotidiano fatto di passione autentica, entusiasmo costante e un profondo senso di responsabilità. Credo fortemente nel valore delle persone, per questo mi circondo di un team dinamico, brillante e competente. I nostri professionisti sono qualificati, costantemente aggiornati con corsi di formazione opportunamente dedicati. Il nostro obiettivo condiviso è offrire un servizio di alta qualità e in linea con le esigenze dei clienti in un mondo in continua trasformazione. Nel frattempo, i miei figli già adorano i camion. Salgono spesso a bordo e le loro maestre già sanno che da grandi vogliono fare gli autisti, proprio come il nonno!3