Come è nata la passione per il camion?
Questa vita l’ho respirata fin da piccolo. È una passione che si è trasmessa di generazione in generazione: prima mio nonno, poi mio padre, e ora io. Per me è stato chiaro fin da subito: appena raggiunta l’età giusta, ho preso le patenti nel 2019 e dal 2020 faccio questo lavoro a tempo pieno.
Riesci a conciliare il lavoro con la tua vita privata?
È complicato. Anche perché oltre a guidare, gestisco anche gli aspetti logistici e amministrativi dell’azienda. Il tempo libero è limitato, ma con un po’ di organizzazione si riesce a fare tutto. Quando ho del tempo, lo dedico ai miei affetti : la famiglia, la mia ragazza, gli amici.

In famiglia condividono la tua passione?
Ho una sorella più piccola e un fratello gemello, ma loro hanno scelto altre strade. Sono l’unico dei tre fratelli a portare avanti la tradizione di famiglia, anche se in realtà vengo da una famiglia piena di autisti, tra nonno materno, zii e cugini. Forse solo mia madre, vedendo la vita dura di mio padre, avrebbe preferito che scegliessi altro. Ma per me è stata una scelta naturale, nessuno mi ha mai obbligato.
Cosa ti motiva ogni giorno?
Il fatto di essere parte attiva dell’azienda, non solo al volante ma anche nell’organizzazione, nella gestione. Mi piace prendermi responsabilità, crescere. Quando riesci a portare a termine tutto, anche tra mille imprevisti, è una bella soddisfazione.
Che ne pensi della carenza di autisti?
È un problema enorme. La fascia 20-30 anni è quasi assente. I giovani oggi non hanno lo spirito per affrontare i sacrifici che comporta questo mestiere. Lo Stato sta sottovalutando la cosa. Se guardi bene, la maggior parte degli autisti ha tra i 45 e i 60 anni. Tra dieci anni ci sarà il vuoto. Quando mio nonno cercava un autista, ne trovava venti. Oggi su cento, se ne trovi uno valido, è già tanto.
C’è anche concorrenza tra aziende per accaparrarsi i pochi autisti?
Sì, succede spesso. Aziende che fanno offerte più allettanti per attirare autisti da altre imprese. Magari promesse che poi non riescono nemmeno a mantenere, ma intanto tentano il colpo. È segno che ormai si fa di tutto pur di trovare personale.
Come affronti gli imprevisti e le difficoltà emotive che possono capitare durante il lavoro?

Non sono una persona che si abbatte facilmente. Un imprevisto sulla strada o un cambio di programma non mi disperano. Cerco sempre una soluzione, ho un approccio proattivo. Mi rimbocco le maniche e vado avanti.
Se avessi una bacchetta magica, cosa cambieresti?
Da titolare di azienda, vorrei uno Stato più flessibile sui costi a carico delle imprese. Le spese mensili sono pesanti. Da autista, le pause obbligatorie sono troppo rigide: capisco i controlli, ma ormai basta sforare di cinque minuti che scatta subito la multa. E poi c’è il problema delle aree di sosta: poche, mal attrezzate. Questo lavoro è già difficile, servirebbe più supporto.
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