La notizia è arrivata nei giorni scorsi da Monaco di Baviera, dove era in corso una delle principali fiere europee del mondo automotive, e subito ha generato conseguenze contraddittorie. Nel senso che quando si parla di veicoli cinesi, presto si storce il naso e ci si mette sulla difensiva. Ma se poi Stella Li, vicepresidente esecutivo di Byd, rileva al Sole 24Ore che l’Europa è il gradino fondamentale per la loro ascesa commerciale e che, per arrivare a occupare la terza piazza del mercato continentale, avrebbero intenzione di aprire un secondo stabilimento produttivo – dopo quello in rampa di lancio in Ungheria – che probabilmente potrebbe essere realizzato in Italia, ecco che tutti si ingolosiscono e fanno gli occhi dolci. In realtà, per essere precisi, Stella Li ha detto che il nostro paese «è nella short list» dei candidati a ospitare questo sito e che, in seguito, ne servirà anche un terzo dedicato esclusivamente alle batterie. Il problema è che tra i fattori che la casa automobilistica cinese considera per scegliere il territorio ottimale ci sono il livello dei costi energetici, la qualità delle infrastrutture e le complicazioni prodotte dal sistema burocratico. E per la manager di Byd – bontà sua – «il costo dell’energia è l’ostacolo più grande, che rende l’Italia non la nazione più competitiva». Come a dire, che rispetto a infrastrutture e a burocrazia potremmo passare l’esame.
«Ci interessa l’eccellenza, non la provenienza»
Ma l’aspetto interessante dell’intervista concessa al quotidiano economico riguarda la volontà della casa di essere presente e in modo rilevante in ogni segmento di mercato, compresi quindi che quelli relativi ai veicoli commerciali o a quelli pesanti. Per ora, in Italia hanno fatto capolino soltanto i primi, ma anche i secondi potrebbero seguirli, visto che in altri Paesi europei sono già distribuiti. L’importante però, per la casa cinese, non sembra tanto partecipare, quanto vincere e, a questo scopo, mira a stringere relazioni con fornitori al top e non necessariamente cinesi. Esemplare in tal senso il rapporto con l’americana Nvidia, tra l definita «il nostro partner tecnologico principale». «Ci interessa solo l’eccellenza – chiarisce ulteriormente Li – non la provenienza». Frase che potrebbe far pensare a relazioni virtuose anche in Italia, dove i produttori di componentistica o di design di qualità sono decisamente numerosi.
L’exploit dei van elettrici leggeri in Italia
Ma che gli obiettivi di Byd non si limitano alle vetture, ma guardino anche ai veicoli commerciali, risulta evidente anche in Italia. Anche da noi, infatti, da qualche mese è stato nominato Country Manager per questo segmento Gianluca Zampese, un manager che in passato ha fatto esperienza prima in Stellantis e poi in Maxus. E I risultati sono arrivati relativamente in fretta. In Italia sommando vetture e van il marchio ha registrato a luglio 2.268 immatricolazioni che valgono una quota di mercaato dell’1,7%. Ma la nicchia dove Byd dà il meglio di sé riguarda i veicoli elettrici o plug-in perché qui la percentuale di penetrazione raggiunge nel cumulato il 13,4% a luglio a l’11% nel 2025, anche grazie a un contributo importante dei veicoli commerciali leggeri. In particolare, nel segmento tutto-elettrico, seppure ancora tarato su ridotti numeri assoluti, la quota di Byd raggiunge il 31,1% nei primi sette mesi dell’anno, grazie in particolare all’exploit di giugno, quando i van leggeri del brand cinese hanno toccata la soglia del 43%, talmente alta da spingere il marchio a un 3,3% di quota complessiva del segmento. L’artefice di questa lievitazione è tutta da attribuire al TP3 (il veicolo nella foto), veicolo che già a maggio, in un solo mese, aveva convinto 687 clienti e che gli erano valsi il 24% di quota tra i commerciali leggeri BEV. Parliamo di un veicolo con PTT da 2,4 tonnellate e un passo da 2.725 mm, commercializzato a una cifra tra i 14 e i 15 mila euro, in grado di trasportare 780 kg di merce. E anche l’autonomia, garantita da un pacco di 45 kWh, raggiunge i 270 km per le vie cittadine e i 230 su missioni miste. Insomma, impararemo a conoscerlo…