L’ingresso nel capitale di Investindustrial ha cambiato il passo di Fassi Group. A un anno dall’operazione che ha portato il fondo di Andrea Bonomi ad acquisire il 70% della storica azienda bergamasca, Giovanni Fassi (AD del Gruppo Fassi e presidente di Fassi Group) non ha dubbi: «Avremmo dovuto farlo prima». Lo ha detto al GIS di Piacenza, la fiera del sollevamento e del trasporto in corso in questi giorni nel capoluogo emiliano, dove il gruppo di Albino ha incontrato la stampa per fare il punto sulla nuova fase di sviluppo.
«Certo, si deve correre ancora di più – ha precisato – ma è molto più stimolante di prima. Ci stiamo muovendo in molte direzioni e il fondo è stato una spinta importante, non un freno. È chiaro che la crescita deve continuare, e loro sono molto sfidanti: ci fanno lavorare molto. Ma dopo un anno posso dire che è stata una scelta corretta. Se la spinta arriva dall’esterno si percepisce di più rispetto a quella che nascerebbe da una società familiare chiusa ad altri investitori».
L’idea di aprire la compagine era in ballo da tempo, ma l’operazione del maggio 2024 ha dato una dimensione nuova al gruppo: oggi l’export supera l’85%, la presenza è consolidata in oltre 80 mercati e i siti produttivi sono 18, distribuiti in tutta Europa. Victor Gottardi, nuovo AD di Fassi Group, ha sottolineato che «sono fondamentali comunicazione, innovazione, identità e talenti, che, da una base di oltre 1.700 dipendenti, sono destinati a crescere per necessità organica».

Fassi in testa alle vendite
«Veniamo da anni molto positivi – ricorda Daniele Vismara, direttore commerciale – con una quota di mercato media del 30%, che arriva quasi al 40% nelle gru medio-piccole e nei modelli grandi. Le previsioni per il 2026 sono ottimistiche e confermano le vendite dell’anno in corso, anche grazie a 30 dealer distribuiti in Italia e a una rete di 60 officine autorizzate».
«Temevamo – aggiunge Fassi – un calo delle vendite a livello internazionale nel 2024, invece l’anno si sta chiudendo in linea con il precedente. Certo, qualche flessione si è vista in Usa, Francia e Germania, ma i dazi di Trump al 15% non li stiamo percependo. Gli inevitabili aumenti di prezzo sono stati ribaltati sui clienti, che hanno comunque confermato le proprie scelte. Sempre che Trump non cambi idea improvvisamente, vediamo nel 2026 l’America come un mercato stabile. Più incerto, invece, quello francese. Nel complesso, Asia, Sud America e Nord Europa stanno reggendo bene: anzi, le divisioni che il presidente americano sta creando finiscono quasi per favorire lo sviluppo di altri mercati».
Il mercato italiano, con 4.500 gru all’anno, resta il più importante d’Europa. «Di queste – precisa Vismara – 1.700 sono nostre, dalle piccole alle grandi». «Il Belpaese – aggiunge Fassi – si distingue per una domanda concentrata sulle 3,5 tonnellate, mentre nel Nord Europa si parte da 7,5 ton e si cresce più facilmente. Non solo per la morfologia del territorio, ma soprattutto per la mentalità dei clienti».

Italia speciale in tutto
Un’altra peculiarità del mercato italiano è la spinta alla personalizzazione. «C’è una miriade di allestitori – spiega Fassi – capaci di soddisfare ogni richiesta. In Germania, invece, un player come Meiller standardizza molto; in Svezia si lavora sui telai quasi smontandoli e ricomponendoli, per adattare la gru alle forti escursioni termiche e poterla usare in più attività».
Resta però il nodo della carenza di operatori specializzati. «Per questo – conclude Fassi – rendiamo le gru sempre più intuitive, con movimenti automatici sicuri, fino a poterle usare da remoto, persino da un Paese all’altro».
La gamma Techno si completa
Al Gis 2025 Fassi ha portato al debutto la nuova gamma Techno, che segna un cambio di paradigma nel sollevamento. Progettate per garantire maggiore capacità di carico e precisione, queste gru offrono un equilibrio tra leggerezza e resistenza. L’impiego di materiali innovativi e geometrie strutturali avanzate consente prestazioni superiori in altezza e sbraccio, senza sacrificare la stabilità.
Il cuore tecnologico è un sistema elettronico evoluto, che ottimizza ogni fase del lavoro: dall’interfaccia di controllo più intuitiva alle nuove funzionalità di stabilizzazione, tutto è pensato per aumentare efficienza e sicurezza. Il risultato è una gamma potente, precisa e versatile, capace di adattarsi alle esigenze di un settore in continua evoluzione.
In fiera la linea si arricchisce con cinque nuovi modelli – F2350RL-HXP, F1050R.2-HXP, F905R-HXP, F805R.2-HXP e F705R.2-HXP. Al centro dello stand spicca l’F2350RL-HXP Techno, la gru Fassi più potente di sempre, con 18 sfili idraulici.

Nuovo logo e nuovo sito
Dopo oltre un anno di lavoro, il Gruppo di Albino ha presentato al Gis anche un radicale programma di rebranding. La nuova identità visiva coinvolge tutte le aziende – Fassi, Marrel, Cranab, Vimek, Slagkraft e Forez Bennes – e mira a creare un linguaggio comune, un segno capace di esprimere al tempo stesso unità e diversità, rafforzando riconoscibilità e vicinanza al mercato.
Il nuovo marchio e il lettering contemporaneo esprimono un denominatore comune, rafforzano il posizionamento e rendono più evidente la promessa verso clienti e stakeholder.
«In un mondo sempre più diviso occorre essere sempre più uniti. L’unità si costruisce con le idee e si cementa con i fatti. Ma deve anche essere qualcosa di riconoscibile, un segno che dica chiaramente chi siamo. Oggi siamo più uniti che mai: la nostra identità assume un carattere coordinato e condiviso. Rafforziamo il nostro posizionamento, il nostro Dna e restiamo fedeli ai nostri valori», ha concluso Giovanni Fassi.