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Transadriatico-Sangritana: formalizzata l’acquisizione. Mori, Ad della compagnia cargo

Entra nel vivo l’acquisizione del 30% delle quote della società ferroviaria abruzzese da parte della realtà marchigiana: l’aumento di capitale è stato formalizzato, seguito da un ampliamento del consiglio di amministrazione da 3 a 5 membri: 2 espressione del socio pubblico e 3 dei privati, tra cui l’ad, Natalino Mori, anche presidente del consorzio attivo in particolare nel trasporto dei carburanti. Si consolida così la partnership tra pubblico e privato per un rilancio del trasporto intermodale lungo la dorsale adriatica. Prevista la possibilità per Transadriatico di arrivare al 51% del capitale in base agli “obiettivi economici e produttivi del piano industriale”

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Arriva il closing per l’acquisizione della Sangritana da parte di Transadritatico, uno dei consorzi di autotrasporto più rilevanti d’Italia. L’operazione, annunciata qualche settimana fa, porta la realtà di Grottammare, attiva principalmente nel trasporto e nella logistica dei carburanti, ad ottenere il 30% delle quote della compagnia ferroviaria cargo, controllata dalla regione Abruzzo attraverso la società TUA Spa. L’aumento di capitale, avvenuto attraverso un’offerta pubblica, è stato formalizzato con l’ampliamento del consiglio di amministrazione da 3 a 5 soci, di cui 2 espressione TUA Spa: il Presidente del CDA Fausto Memmo e Tonia Paolucci; mentre TransAdriatico ha espresso l’Amministratore Delegato, Natalino Mori (anche presidente del Consorzio), Enrico Di Sipio e Francesca Isopò. “L’operazione segna – si legge in una nota – l’inizio di una partnership industriale destinata a diventare una best practice nazionale, per equilibrio tra pubblico e privato, trasparenza gestionale e visione strategica condivisa”. Si tratta infatti di uno dei primi casi di integrazione tra capitale pubblico e privato nella logistica, resa ancora più significativa dall’integrazione modale tra trasporto stradale e ferroviario. 

Natalino Mori, Presidente di Transadriatico e Ad di Sangritana

I privati fino al 51% del capitale

“L’accordo prevede un’evoluzione della partecipazione privata fino al 51%, “subordinata al raggiungimento degli obiettivi economici e produttivi del piano industriale, consolidando una governance mista fondata su criteri di efficienza, responsabilità e valore industriale”. L’iniziativa, secondo la regione Abruzzo, dovrebbe portare a un rafforzamento della supply chain lungo la dorsale adriatica, connettendo porti, interporti e aree produttive in un sistema logistico più integrato e competitivo.

Integrazione pubblico-privato e strada-rotaia

Si tratta di uno dei pochi esempi di commistione tra capitale pubblico e privato, improntato al miglioramento della logistica, anche nel segno della sostenibilità, a cui il consorzio di Grottammare è da sempre molto attento. “Il capitale pubblico garantisce continuità, presidio dell’interesse generale e sostenibilità territoriale – ha spiegato la regione – Il partner privato, rappresentato da TransAdriatico, introduce dinamiche industriali più snelle, know-how operativo e capacità di investimento in un comparto – quello del trasporto merci – che compete su regole di mercato e richiede rapidità decisionale”. Inoltre, l’operazione rappresenta il primo caso di integrazione verticale dal basso: un operatore del trasporto e della logistica stradale che investe direttamente in un asset ferroviario, non per acquistare servizi ma per costruire valore industriale condiviso.

“Questo modello – commenta Natalino Mori, Presidente di TransAdriatico e amministratore delegato di Sangritana – rappresenta un punto di incontro tra due visioni complementari: la solidità del pubblico e la spinta innovativa dell’impresa. Insieme possiamo costruire una logistica ferroviaria più efficiente e sostenibile, a beneficio del territorio e delle filiere produttive.”

Un progetto per il territorio

Oltre al valore industriale, l’operazione esprime una forte coerenza territoriale: TransAdriatico e Sangritana condividono radici medioadriatiche e una cultura d’impresa che affonda nella tradizione produttiva del Centro Italia. “È da questo legame con il tessuto economico locale, fatto di piccole e medie imprese manifatturiere, logistiche e portuali, che il progetto trae la sua forza – si legge nella nota – Un modello di collaborazione che rigenera energie dal territorio, valorizzando competenze e infrastrutture esistenti per creare una filiera logistica adriatica capace di competere a livello nazionale ed europeo”.

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