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Tassa sui pacchi fino a 150  euro in Legge di Bilancio: Confetra contraria

La Legge di Bilancio 2026 prevede un contributo fisso per le micro-spedizioni, ma secondo Confetra rischia di aumentare i costi per consumatori e imprese, ridurre i consumi e creare un boomerang per l’economia. Una misura applicata solo all’import potrebbe limitare i danni, ma serve un approccio fiscale equilibrato e sostenibile

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Nell’ambito dell’esame della Legge di Bilancio 2026, è emerso un emendamento che prevede l’introduzione di un “contributo fisso” di 2 euro per ogni pacco con valore dichiarato non superiore a 150 euro. La misura, attualmente in discussione parlamentare, è pensata per generare nuovi gettiti erariali e per rispondere alla crescita impressionante delle cosiddette micro‑spedizioni, in particolare provenienti da piattaforme di e‑commerce straniere. 

Originariamente la proposta mirava a colpire solo i pacchi extra‑UE di basso valore — una categoria finora esente da dazi doganali — per contrastare la concorrenza dei grandi operatori asiatici. Tuttavia, per evitare profili di dazio(competenza esclusiva dell’Unione Europea), il testo è stato ampliato in modo da applicare il contributo anche alle micro‑spedizioni nazionali.

Cosa prevede esattamente la norma

  • Un contributo fisso di 2 euro per ogni pacco il cui valore dichiarato non supera i 150 euro. 
  • Applicazione prevista — nelle ipotesi in discussione — sia ai pacchi in importazione, sia, in alcuni scenari, a tutte le spedizioni indipendentemente da provenienza. 
  • Entrata in vigore prospettata dal 1° gennaio 2026, ma il testo definitivo dipende dall’approvazione delle Camere. 

Il governo stima che questa tassa possa portare centinaia di milioni di euro all’anno nelle casse dello Stato, con una prima proiezione per il 2026 di circa 112 milioni e un aumento negli anni successivi. 

La posizione di Confetra: allarme per economia e consumi

In una nota ufficiale, Carlo De Ruvo, presidente di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica), ha espresso forte contrarietà alla misura, sottolineando rischi economici e sociali per le imprese di trasporto e per la filiera logistica nel suo complesso:

«Siamo fortemente contrari al contributo di 2 euro che si vorrebbe applicare a tutti i pacchi fino a 150 euro… Questa norma si discosta molto dalla proposta europea di tassare solo i pacchi sotto i 150 € provenienti da Paesi extra‑UE… In questo modo però si colpiranno le imprese e i cittadini italiani che diminuiranno i consumi in un periodo già problematico». Ma soprattutto De Ruvo sottolinea che «i potenziali benefici risulterebbero limitati, mentre gli effetti negativi sarebbero significativi: aumento dei costi per i consumatori, rischio di ulteriore pressione inflazionistica e possibile contrazione dei consumi».
Ecco perché secondo il presidente di Confertra la priorità deve essere quella di usare «politiche fiscali efficaci, equilibrate e sostenibili, capaci di garantire equità senza penalizzare consumatori e competitività delle imprese italiane».

Confetra accoglie invece guarda con occhio diverso all’ipotesi di applicare la norma solo alla merce in importazione: «È una notizia che accogliamo con favore – conclude De Ruvo – poiché risparmierebbe le imprese esportatrici italiane, che ricordiamo sono responsabili di oltre il 30% del PIL nazionale».

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