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Motori endotermici addio? Bruxelles detta la transizione e Confetra valuta il pacchetto

La Commissione UE lancia il Pacchetto Automotive, puntando a veicoli a zero emissioni e flessibilità per l’industria. Auto e furgoni dovranno ridurre le emissioni del 90% dal 2035, con incentivi per EV accessibili e batterie europee. Confetra apprezza l’assenza di mandati obbligatori e l’esclusione dei camion, ma richiama l’attenzione sui rischi di target troppo ambiziosi.

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La Commissione Europea ha presentato il nuovo Pacchetto Automotive, con l’obiettivo di spingere la mobilità verso veicoli a emissioni zero, sostenendo al contempo i produttori europei. Il quadro è ambizioso ma pragmatico: stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni del 90% per auto e furgoni dal 2035, mantenendo però una flessibilità tecnologica che include ibridi e biocarburanti. L’industria potrà beneficiare di “super crediti” per piccoli EV accessibili, mentre i veicoli aziendali dovranno rispettare target nazionali senza obblighi diretti per le imprese.

Per i camion e il trasporto pesante, la Commissione introduce un emendamento mirato ma non impone vincoli diretti, prevedendo strumenti che facilitino l’adozione graduale di veicoli a basse e zero emissioni. Il pacchetto include anche incentivi alla produzione di batterie in UE e misure di semplificazione burocratica che dovrebbero tradursi in circa 700 milioni di risparmi l’anno per le aziende.

Dal fronte italiano, Confetra accoglie positivamente il pacchetto, sottolineando due punti chiave: nessun mandato di acquisto obbligatorio per le imprese e esclusione dei camion dal regolamento. Come spiega il presidente Carlo De Ruvo, «si tratta di scelte coerenti con le esigenze operative del trasporto merci e della logistica».

Restano però criticità: target nazionali troppo ambiziosi potrebbero spingere alcuni Stati a introdurre obblighi indiretti o regimi selettivi, creando frammentazioni e rischi per le catene logistiche transfrontaliere. Confetra insiste quindi su un approccio tecnologicamente neutro e graduale, che tuteli la competitività delle imprese europee durante la transizione verso la mobilità pulita.

«Non può inoltre essere escluso che, in un simile contesto – spiega De Ruvo –  alcuni Stati membri possano estendere tali logiche anche al trasporto pesante, nonostante l’attuale esclusione dei camion dal regolamento, determinando un quadro normativo frammentato e penalizzante per le catene logistiche transfrontaliere».

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