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Dieci Renault Trucks T 480 al servizio della Cafa trasporti

Sotto la lente 10 veicoli identici, condotti da altrettanti autisti per svolgere lavori diversi per conto di una cooperativa di Ferrara. Un milione di chilometri coperti in un anno di lavoro

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Sono dieci, tutti Renault Trucks T 480, equipaggiati con motore DTI 13 da 12,8 litri, 480 cv e 2400 Nm di coppia, abbinato con cambio Optidriver a 12 rapporti, di serie con la High Sleeper Cab a pavimento piatto, i veicoli acquistati dalla Cafa di Ferrara verso la fine del 2013 e che si apprestano a tagliare, tutti insieme, il traguardo del milione di chilometri coperti dagli autisti che in questo anno li hanno portati in giro per l’Italia, trasportando merci sfuse in silos, rifiuti, container, cassoni e tanto altro ancora. Insomma, missioni diverse che rendono i giudizi ancora più significativi.
Prima di andarli a sentire singolarmente raccogliamo i dati sull’attività dei veicoli; quello principale riguarda il consumo medio registrato da tutti i veicoli: circa 3,3 km/l.
«Rispetto al Magnum…» è la frase tormentone di questa prova di gruppo perché tra i dieci driver ben 8 arrivano dalla vecchia ammiraglia della losanga. E gli esseri umani, si sa, valutano il presente in relazione al di più o al di meno che riserva rispetto al passato.
Così quando chiediamo come trovano l’accesso in cabina del T, rispondono praticamente in coro: «Finalmente non mi sporco più le mani quando piove». Ma anche le conquiste vanno digerite con calma: «La sera sentivo un dolorino alla schiena e non capivo il perché – afferma un driver – La spiegazione stava nel fatto che col Magnum, per entrare in cabina dalla scaletta verticale, bastava tenere la portiera aperta a metà. E questa abitudine di tenere la porta semiaperta l’ho conservata anche sul T e quindi entravo tutto storto. Poi, dopo una settimana ho spalancato la portiera e… il dolore è sparito».
Apprezzate anche comodità tipo quella che «consente di lasciare le scarpe lungo la scaletta ed evitare di portare sporco in cabina», ma anche «in passato il riscaldatore mi faceva penare. Prima di arrivare a temperatura avevi freddo e poi, dopo un po’, il caldo diventava eccessivo ed era necessario spegnere. Adesso lo imposti e va avanti per tutta la notte, conservando una temperatura costante. E il risveglio, al mattino, è più piacevole». Altra coccola gradita riguarda le luci interne della cabina: «Ma che belle, ottima quella diffusa per i momenti di relax, ma eccezionale è la rossa per la guida notturna. Veramente un regalo fatto agli autisti».
Nella top ten del comfort, però, la maggior parte degli autisti mette al primo posto il cambio Optidriver, perché per molti ha segnato il passaggio dal manuale all’automatizzato: «L’Optidriver è facilissimo, basta una giornata e ci entri subito in confidenza. E la sera ti aiuta a sentirti meno stanco»; ma anche «Lavora così bene e così velocemente che a volte mi sembra che anticipi il mio pensiero. Tu sei lì che pensi “adesso dovrei cambiare” e in effetti un attimo dopo ti accorgi che il cambio di marcia c’è già stato».
Al secondo posto si piazza il sedile, per la linea dello schienale, per le possibilità di regolazione, per la qualità dei rivestimenti: «Tra una cosa e l’altra, al lordo dei riposi, sto su quel sedile dalle 5 del mattino alle 6 di sera. E se qualcosa non funzionasse, i 60 anni della mia schiena sarebbero uno spietato campanello d’allarme. Invece da quando guido il T arrivo a sera senza alcun fastidio».
Seguono a pari merito, cuccetta e spazi di stivaggio; la prima per larghezza, giusto spessore del materasso e perché «consente di far trascorrere serenamente la notte anche chi, come me ci dorme circa 100 giorni in un anno». Gli spazi di stivaggio sono premiati nel complesso, anche se i maggiori apprezzamenti sono indirizzati ai gavoni esterni: «molto capienti e accessibili anche dall’interno – dicono in diversi – evitano di tenere roba in giro e ti consentono di non dover portare in cabina oggetti o strumenti che servono altrove».
Chiudiamo il capitolo «comfort» per aprire quello «efficienza»ed è in salita che il DTI 13 taglia i ponti con il passato: «Rispetto al precedente Magnum, per andare da Ferrara a Barberino, lungo la A1, risparmio esattamente una ventina di litri», ma anche, «per recarsi a scaricare alla Ferrero, sulla salita che da Felizzano porta ad Alba, con il Magnum da 500 cv viaggiavo a 67 km/h, mentre adesso, con il 480 cv, vado su a 74 km/h in 12° marcia», «Anch’io ho constatato il maggior scatto in salita quando vado a caricare a Roverè Veronese, comune a quasi 900 metri di altitudine, che si conquistano con ripida ascesa. E lì il T sale che è un piacere, con una facilità maggiore di tanti veicoli guidati prima. Alla fine qualche minuto lo risparmio di sicuro».
Insieme al propulsore è giudicato anche il freno motore Optibrake che è bene – «usarlo in un arco di giri abbastanza alto, tra i 2.000 e i 2.200. Ma a questo scopo è sufficiente scalare un paio di marce e ci arrivi automaticamente».
Tutto bene, quindi? Quasi, perché l’ultimo giro di giudizi solletica i nostri autisti a evidenziare qualche criticità come: «la tara del T è di circa 400 kg maggiore rispetto al Magnum» oppure «Se non ci fosse lo specchio anteriore montato sul parabrezza, per vedere direttamente sarebbe necessario sollevarsi un po’ dal sedile» ma anche «All’inizio ho avuto qualche perplessità. Adesso che lo vedo, lo guido e lo apprezzo tutti i giorni mi piace anche più degli altri». E dietro, in coro, si solleva un brusio di approvazione. Insomma, è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, ma spesso è lento a prendersela. Bisogna dargli tempo….

IL RENAULT TRUCKS T NEL GIUDIZIO DEI 10 AUTISTI

AVANGUARDISTICO -Vitalie R.
CONFORTEVOLE – Maurizio G.
ECONOMICO – Sergio M.
FELPATO – Arben P.
OTTIMO – Andrea C.
PRATICO – Aurel V.
SEMPLICE – Arturo P.
SOFFICE – Gino B.
STABILE – Stefano P.

 

(estratto da Uomini e Trasporti n. 303 – dic/gen2015)

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