Nei giorni scorsi il presidente della Renault, Carlos Ghosn, ha inaugurato la nuova linea di produzione del furgone Trafic nel rinnovato stabilimento di Sandouville, piccola località nell’Alta Normandia, praticamente sulla Manica. Nell’illustrare i piani di attività dell’impianto – che si stabilizzeranno su un ritmo di circa 100 mila veicoli all’anno (la capacità dello stabilimento è di 150 mila pezzi annui) – Ghosn ha anche annunciato che oltre al modello Trafic usciranno dalle linee di Sandouville anche il furgone medio Fiat Scudo e la versione “alta” dell’Opel Vivaro. In particolare per il Fiat Scudo Ghosn ha parlato di una produzione di un centinaio di migliaia di esemplari tra la fine del 2016 e il 2022. Come si ricorderà il Fiat Scudo era prodotto dall’impianto della Sevel Nord, joint venture della Fiat con il gruppo Psa (Citroën-Peugeot), da cui la Fiat è uscita l’anno scorso.
La cerimonia dell’altro giorno a Sandouville è stata definita una “giornata di festa” intendendo con ciò sottolineare che l’industria francese e la Renault in particolare può sperare in un rilancio produttivo, vincendo la tentazione e la tendenza a rinunciare alla produzione o a delocalizzarla all’estero, come peraltro la Renault ha fatto con la Clio e la Captur, cioè i suoi due modelli attualmente di successo.
Tradizionalmente la fabbrica di Sandouville era impiegata per fabbricare le auto di fascia alta della gamma Renault, ma i risultati negativi di una serie di modelli ha indotto la losanga a pensare dapprima alla chiusura, poi all’impiego per la produzione del nuovo veicolo commerciale.
Così è stato e ora, anche grazie agli accordi con la Fiat e con l’Opel, la fabbrica ha una prospettiva discretamente tranquilla.
Elemento fondamentale per la riuscita dell’operazione è stato l’accordo per la produttività sottoscritto dalla Renault con le organizzazioni sindacali, attraverso il quale si è rivista gran parte della regolamentazione dei rapporti di lavoro. Da parte dei lavoratori sono state accettate condizioni più impegnative (sugli emolumenti, sull’organizzazione del lavoro, sulla mobilità e sugli orari) ma da parte della azienda c’è stato l’impegno a mantenere la produzione in Francia e a difendere l’occupazione. La trattativa ha richiesto grande impegno e pazienza (è durata diversi mesi) ma soprattutto la determinazione a raggiungere un risultato positivo e concreto come quello del rilancio, anche occupazionale.
Grazie a tutto ciò Ghosn ha potuto affermare: «Senza l’accordo di competitività, non avremmo accettato i contratti proposti dalla Fiat e dall’Opel perché non ne avremmo ricavato alcun guadagno».