Un nuovo autocarro della serie P di Scania entra in flotta alla Maxi Driver di Trento, azienda specializzata nel trasporto di generi alimentari a temperatura controllata operante principalmente tra il Trentino Alto Adige, il Nord-Est e il Centro Italia. Si tratta della prima consegna in Italia di questa tipologia di autocarro del costruttore svedese che,nello specifico, è un 410 CV, mosso quindi da un motore Diesel da 13 litri, 6 cilindri in linea (ovviamente Euro 6, SCR), che sprigiona una coppia di 2150 Nm. L’autocarro, un tre assi, 6×2*4 NA, in versione con cabina medio-profonda CP17 Low (tetto piatto) va a implementare un parco che conta una quarantina di mezzi adibili al trasporto alimentaree farmaceutico.
L’azienda, recentemente trasferitasi nella nuova sede a nord di Trento, dispone di un magazzino di 2.400 mq. per lo stoccaggio della merce e un piazzale esterno di 6.000 mq. «Maxi Driver è un’azienda molto attenta alla tipologia del trasporto, al tipo di percorso, dove nulla è lasciato al caso» afferma Marco Zanetello titolare della Maxi Driver. Ne è un esempio anche la grafica del veicolo che per l’occasione è stata rinnovata. Ma è sul fronte delle prestazioni che Zanetello punta l’attenzione «Per migliorare l’efficienza dei nostri mezzi, abbiamo aderito ai corsi per autisti proposti da Scania. E i risultati in termini di minori consumi di carburante sono presto arrivati» che poi aggiunge come «per mantenere in piena efficienza il nostro parco mezzi già da tempo scegliamo i servizi che i Contratti di Manutenzione Scania ci garantiscono. Un modo per avere veicoli sempre operativi e costi sotto controllo».
Maxi Driver nasce nel 1987 e si sviluppa nel corso degli anni grazie al lavoro dei fratelli Marco Ivano e Diego Zanetello che traggono la passione per questo lavoro dal padre Mario, già titolare di un’azienda fondata nel 1973 per il trasporto di bombole Liquigas, un classico esempio di seconda generazione di autotrasportatori che amano «mantenere un clima familiare all’interno dell’azienda senza per questo rinunciare a quelle innovazioni che rendono il nostro lavoro più efficiente, sicuro e profittevole» conclude Marco.