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Iveco, uno Stralis in serie speciale per i primi 40 anni

Iveco compie 40 anni. E per festeggiarli ha relizzato 40 versioni speciali di uno Stralis Hi-Way con motore Cursor 13, con interni lussuosi ed esterni caratterizzati da una livrea di color blu metallizzato con una fascia grigia nel centro del frontale

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40 anni. Iveco raggiunge l’età della maturità e delle scelte oculate. E giustamente la festeggia in vari modi, compresa la realizzazione di una serie speciale – ovviamente in 40 esamplari – basata su uno Stralis Hi-Way, modello AS440S50T/P, equipaggiato con motore Cursor 13, da 500 o 560 cv. La livrea è resa riconoscibile dall’adozione di un colore blu metallizzato (quello del marchio Iveco, ovviamente), arricchito con una banda verticale grigia che taglia al centro la calandra. Negli interni, invece, a impreziosire la serie speciale ci sono sedili in pelle, lettino comfort con doghe in legno e navigatore satellitare di ultima generazione. Ma i livelli di personalizzazione possono essere tagliati in base alle richieste del cliente.

Il primo esemplare di questa serie è stato consegnato a un’azienda di autotrasporto pugliese, con sede a Lucera (Foggia), molto famosa soprattutto per la sua flotta di veicoli (quasi tutti Scania) riccamente decorati e personalizzati, la Autotrasporti Michele Perrotti. A consegnarlo allo stesso titolare sono stati Alessandro Oitana, responsabile Business Line Medium-Heavy Mercato Italia, Gianpiero Vitale, Iveco District Manager e Leonardo Di Pinto, titolare della concessionaria Di Pinto & D’Alessandro, attraverso cui è si è conclusa l’operazione.

Alla domanda sul perché si sia convinto ad aprire la sua flotta al brand italiano, Michele Perrotti ha spiegato che «ha trovato lo Stralis un veicolo ben rifinito, molto meglio di quanto pensasse». In particolare, rispetto agli interni e al comfort di guida, ha aggiunto che trova «molto bella la prospettiva del cruscotto». E se a tutto ciò si aggiunge l’interessante risposta in termini di coppia del Cursor 13, alla fine Perrotti ha deciso: «Provare per credere». E se son rose, come si dice…

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