Mille veicoli venduti e fatturati in tutta Italia nel 2017. È l’ambizioso obiettivo annunciato al Transpotec di Verona da Viberti Rimorchi, l’ultima incarnazione di Italiana Rimorchi che, da agosto 2015, appartiene al Gruppo polacco Wielton.
L’azienda italiana negli ultimi mesi ha significativamente migliorato i propri risultati di vendita. Nel 2016 sul mercato nostrano sono stati infatti immatricolati 645 semirimorchi Viberti, con un aumento di oltre il 60%.
rispetto all’anno precedente (403) e a fronte di un mercato che nello stesso tempo è cresciuto “solo” del 40% annuo. I veicoli fatturati sono stati 657 contro 522, mentre la market share è aumentata dal 3,8% al 4,3%.
«Viberti fra cinque anni festeggerà i suoi 100 anni di attività – ha commentato Roberto Mollo, direttore commerciale dell’azienda – e intende celebrare l’anniversario in qualità di uno dei tre maggiori produttori di rimorchi e semirimorchi in Italia. Il consiglio di amministrazione del Gruppo Wielton ha definito per i
prossimi tre anni un potenziale di vendita di circa 5 volte maggiore rispetto allo stato attuale».
Tra i plus dei propri trailer l’azienda menziona la centina a sollevamento idraulico e la protezione anticorrosione con tecnologia KTL, disponibili nelle versioni standard, unitamente a un design unico e a una funzionalità ottimale.
Mollo ha spiegato anche come i marchi italiani passati sotto il costruttore polacco avranno un diverso destino. Viberti firmerà general cargo, centinati, furgonati, pianali cassonati e portacontainer, mentre gamma tipper e telai per cisterne, per frigo e non standard avranno marchio Cardi. Resterà invece congelato il brand Merker, che verrà utilizzato per progetti specifici nel prossimo futuro.
In prospettiva, il management di Viberti ambisce a diventare leader di mercato entro il 2020, con una quota di market share del 13-14%. Secondo le previsioni del Gruppo Wielton, Viberti amplierà l’offerta dei prodotti rispetto a quella esistente che include centinati, portacontainer e semirimorchi ribaltabili in acciaio e alluminio. E sarebbero proprio questi ultimi ad avere i maggiori margini di crescita.