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Optifuel Challenge 2015: la voce ai nove finalisti italiani

Quattro semifinali, centoventi professionisti del volante, nove finalisti nazionali. A ognuno di loro abbiamo rivolto qualche domanda

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Dei nove driver arrivati alla finale italiana dell’Optifuel Challenge 2015, cinque non guidano abitualmente i camion della Losanga. Tra questi c’è anche il secondo classificato, Damiano D’Arminio, autista della Motta Servizi&Logistica, associato all’Associazione dell’Agro di Salerno: «Sono salito nella cabina di un veicolo Renault Trucks proprio in occasione di questa competizione e mi hanno colpito positivamente il comfort e la silenziosità. Ci vorrebbero molte più iniziative di questo tipo, perché sono utili per migliorare lo stile di guida». 

Ma anche per Claudio Croce, padroncino che aderisce al Consorzio Caag di Guidonia (RM), è stata una novità imbracciare il volante del Renault Trucks T: «Mi piace, è molto comodo e si entra subito in confidenza con la macchina. Il mio camion ha cambio meccanico, ma sono molto soddisfatto di quello robotizzato del Renault Trucks T, perché è rapido nella cambiata». Sull’iniziativa, Bruci ritiene che sia molto importante, perché migliora lo stile di guida. 

Per Christian Mancini, titolare della Mancini Trasp di Campobasso: «Anche io lavoro con il cambio meccanico e l’Optifuel Challenge mi ha permesso di provare quello robotizzato. E credo proprio che il prossimo veicolo lo acquisterò con questo equipaggiamento. Mi ha colpito molto favorevolmente anche il sistema Optiroll». 

L’Optiroll, la soluzione che riduce i consumi inserendo la marcia neutra, quando possibile, piace anche a Giuseppe La Rosa, autista di un socio del Consorzio Cacif di Follonica (GR): «Gli automatismi, come l’Optiroll, aiutano molto a ridurre i consumi. Questa iniziativa mi piace molto, perché permette di confrontarsi soprattutto con se stessi e quindi migliorare. Grazie quindi a Renault Trucks per questa bella esperienza formativa».

La competizione sui consumi ha portato anche Loris Tullio della Fratelli Tullio, azienda associata al Consorzio CTF di Fondi, al volante di un RT: «Per noi che trasportiamo prodotti ortofrutticoli in tutta Europa, il camion deve essere molto affidabile e consumare poco. Credo molto nella formazione degli autisti e quella sulla guida razionale andrebbe svolta almeno una volta l’anno».

Alessandro Zerbinati lavora anche lui in un consorzio, il Gam di Mantova, dove guida un Renault Magnum e l’Optifuel Challenge è stata l’occasione per provare il nuovo Renault Trucks T: «Si percepisce subito il salto innovativo, nel comfort della cabina e nella meccanica. In particolare, mi ha colpito la velocità del cambio marcia». Ma Zerbinati ha già cominciato ad applicare le nozioni di guida razionale apprese durante la semifinale mantovana e «Pur avendo un modello della generazione precedente, ho ridotto il consumo di 150 metri per litro di gasolio. Prima viaggiavo spesso a 1800 giri, poi ho ridotto drasticamente il regime e i risultati si vedono subito!». 

Tra i finalisti non ci sono stati solo autisti; due di loro lavorano prevalentemente a terra. Marco Garbellini è responsabile dell’officina del Consorzio Cafa di Ferrara, la cui flotta comprende dieci Renault Trucks T: «Ma ho lavorato come autista di linea per tanti anni. Oggi non si guida più con l’orecchio, ma guardando il contagiri. Non tutti però lo hanno compreso, quindi i corsi di guida razionale andrebbero impartiti a tutti gli autisti». 

Dello stesso avviso è Sergio Giuliani che coordina la manutenzione dell’Europet di Atessa (Chieti), azienda che utilizza nove Renault Trucks T. Ha viaggiato diciassette anni nel trasporto internazionale e oggi di occupa anche della formazione degli autisti per la riduzione dei consumi: «Una persona in azienda analizza i consumi ogni settimana e cerchiamo di ridurli intervenendo anche sui conducenti, perché il loro piede è il fattore più importante.».

Il primo classificato della finale italiana è un nome noto dell’Optifuel Challenge: Raniero Corazza, autista della Ecoservice di Civita Castellana (Viterbo) che lo scorso anno ha sfiorato per un soffio il podio europeo. «Il percorso di quest’anno è stato molto bello, ma anche molto impegnativo per le varie situazioni che mettono alla prova l’autista». Nell’ultimo anno, Raniero ha messo in pratica gli insegnamenti con il suo Renault Magnum: «Oggi supero i quattro chilometri con un litro di gasolio, mentre prima viaggiavo a 3,2 chilometri. Se un collega mi avesse raccontato di un tale miglioramento, non ci avrei creduto. Ma ho vissuto questa evoluzione personalmente e sono molto soddisfatto».

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