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Piccola frenata a giugno del mercato dei veicoli industriali: il semestre è comunque positivo

Rallenta appena il mercato sopra le 3,5 ton e praticamente si ferma quello sopra le 16. Ma nel semestre il primo viaggia a +9,5%, il secondo a +12%. Anche se un trend di contrazione 

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Una frenata lieve, in termini assoluti pari a 48 veicoli in meno venduti, ma psicologicamente è significativa: dopo un lungo periodo di crescita, il mercato dei veicoli industriali, stando alle stime del Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, flette del 2,4% a giugno rispetto allo stesso mese del 2016. Anche se, grazie alle crescite accumulate nei mesi precedenti, il primo semestre 2017 può essere archiviato con un +9,5%, con 11.755 unità immatricolate contro le 10.732, che in termini di fatturato equivalgono a 1,2 miliardi di euro e quindi 218 milioni di euro versate come ammontare dell’IVA.

Se però ci si focalizza soltanto sul segmento pesante, quello superiore alle 16 tonnellate, allora la frenata diventa quasi impercettibile, nel senso che si quantifica in uno 0,6%, che in termini assoluti significa 9 veicoli in meno immatricolati (1.530 rispetti ai 1.539). Tanto che qui il semestre supera il migliaio di veicoli di incremento (9.484 rispetto agli 8.470), che percentualmente equivale a un +12%. Per Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, il rallentamento non è una sorpresa, nel senso che era stata già «percepita attraverso l’osservazione dell’andamento degli ultimi mesi. In particolare i dati di maggio, e ora quelli di giugno, mandano un segnale di attenzione, che conferma come – nei periodi di aspettativa di nuovi provvedimenti di sostegno – la domanda manifesti una tipica situazione di rinvio della decisione di acquisto». Il riferimento di incertezza e di attesa è rivolto in particolare alla situazione politica ed economica del sistema Italia, alla possibilità che alcuni sostegni economici al settore, come il super-ammortamento, non vengano rinnovati, alla revisione complessiva delle norme sull’autotrasporto presentata a livello europeo.

Ma a preoccupare Fenoglio sono soprattutto, da una parte, il fatto che «un rallentamento significativo del mercato allontanerebbe il raggiungimento delle condizioni di sostenibilità ambientale da tutti ritenute ormai necessarie» e, dall’altra, il rischio che, senza la giusta attenzione e senza adeguati contributi economici, finiscano per essere vanificate «iniziative importanti come quella dell’Albo, che di fronte alle oltre duemila domande presentate dai giovani per partecipare ai corsi per ottenere i requisiti di conducente di veicoli industriali, ha triplicato i fondi stanziati, passando da uno a tre milioni di euro».

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