Cinque container di pneumatici provenienti dalla Cina, per un peso complessivo di circa 52 tonnellate, sono stati sequestrati presso il bacino di Prà Voltri del Porto di Genova dai finanzieri del II Gruppo della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane Genova 2.
La merce sequestrata dai militari delle Fiamme Gialle e dai funzionari delle Dogane è l’equivalente di circa 5.000 gomme ed era destinata a una società di commercializzazione all’ingrosso con sede nell’hinterland milanese. L’azienda accusata ne avrebbe poi curato la distribuzione sul territorio nazionale attraverso una rete di gommisti per la vendita.
La Guardia di Finanza genovese, che opera costantemente un’attività di controllo e monitoraggio dei flussi marittimo-commerciali nel porto del capoluogo ligure, è riuscita a bloccare l’ingresso e la successiva distribuzione delle gomme non conformi agli standard qualitativi di legge e quindi pericolose per la sicurezza stradale anche attraverso l’aiuto – come detto – dell’Agenzia delle Dogane e di Assogomma.
In particolare, gli pneumatici rinvenuti riportavano non solo false informazioni di fabbricazione (date posteriori a quelle di effettiva produzione) ma certificavano livelli di efficienza prestazionale dubbi e potenzialmente pericolosi: gli pneumatici erano dichiarati adeguati a qualsiasi condizione metereologica, ma in realtà non ne avevano i requisiti.
«Uno pneumatico postdatato non può essere commercializzato perché la data di fabbricazione è un obbligo di legge a livello mondiale che non può essere derogato – ha spiegato il generale Renzo Nisi, comandante provinciale della Guardia di Finanza – Una data di fabbricazione errata non consente inoltre la tracciabilità del prodotto».
«Il sequestro operato rappresenta il primo esempio su scala internazionale di ritrovamento di pneumatici con data postergata – ha aggiunto il direttore di Assogomma, Fabio Bertolotti – una grave non conformità che, oltre a configurare gli estremi della contraffazione, può costituire un elemento di pericolosità per la sicurezza stradale».
Il rappresentante legale della società lombarda a cui l’illecito business avrebbe fruttato un guadagno di circa 1 milione e 200 mila euro è stato denunciato. Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane stanno ora indagando anche su precedenti spedizioni e su ambiti geografici più vasti per evitare che «questi pneumatici non conformi non trovino un’altra via di ingresso in Europa e di conseguenza in Italia».