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Scania XT, costruito intorno a un paraurti

La nuova generazione di veicoli della casa svedese viene applicata al settore delle costruzioni. Assume denominaziore originale, ma la filosofia è quella di sempre: realizzare un mezzo in grado di essere coniugato in tanti diversi modi, quante sono le esigenze di chi lavora. Ma ogni personalizzazione parte comunque da un paraurti dal forte carattere, che infonde quella robustezza che serve a scongiurare danni e costi

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È fortunata Scania. Dopo anni di drastiche flessioni, il mercato dei veicoli pesanti rivolto all’industria delle costruzioni torna a rialzare la testa e non solo in Europa. E proprio in questa contingenza positiva, la casa svedese lancia un nuovissimo veicolo destinato prorio a questo crescente segmento. Si tratta della coniugazione della nuova generazione di veicoli lanciata a lo scorso anno in versione Lungo raggio che qui trova una diversa e specifica applicazione. Perché la nuova gamma Scania dedicata al cava-cantiere assume dignità e autonomia propria, già a partire dal nome. Si chiamerà XT e presenta linee e soluzioni evidentemente dedicate alle applicazioni a cui è destinata. Scelta drastica, ma soprattutto scelta strategica. «Il nostro obiettivo è raggiungere la stessa posizione che abbiamo conquistato nelle applicazioni del trasporto a lungo raggio in tutti i mercati» spiega con una qualche ambizione Anders Lampinen, Product Director, Scania Trucks. Ma d’altra parte non è un mistero che l’immagine e la penetrazione del grifone in Europa è praticamente spezzata in due: nel centro-nord sfonda su tutta la linea; a sud procede a gonfie vele nel lungo raggio, ma non è mai riuscita a far migrare la considerazione stellare conquistata in questo segmento, anche sugli altri.

Da dove parte allora la riscossa? Per rispondere non c’è che un modo: analizzare caratteristiche e funzionalità di questa nuova gamma, almeno basandosi su quanto appare sulla carta. Poi, nelle prossime settimane, preso contatto fisico con il veicolo, torneremo sull’argomento per articolare meglio la risposta.

Tutto sembra ruotare intorno al paraurti, una sorta di leva leonardesca sulla quale, anche dal punto di vista stilistico, sembra essere costruito il veicolo. Perché anche soltanto osservando queste foto non vi sfuggirà che la gamma XT, in tutte le versioni di cabina (serie P, G, R e S in versione medio-profonde) e in tutte le motorizzazioni (dal V8 ai motori da 9 litri che Scania ha introdotto di recente passando ai 13 litri) con cui è declinata, si connota sempre grazie a quel robustissimo paraurti sporgente di 150 mm che infonde carattere al frontale e all’intero veicolo. Insieme alla piastra paramotore, serve a proteggere parti meccaniche importanti, ma finisce per essere anche un inconfondibile tratto estetico, molto grintoso e robusto, completato pure dalla griglia protettiva per i fari. Ma non è tutto. Perché non c’è elemento estetico che possa trovare posto in uno Scania se privo funzionalità. E questo paraurti realizzato per resistere a impatti di ogni tipo, fornisce pure, a seconda della configurazione di pneumatici e telaio, un angolo di attacco di circa 25°. Insomma, se il contesto operativo è estremo, ha tutto quanto occorre per tirar fuori i muscoli.

Attenzione però, questo concetto va coniugato in termini economici: un veicolo che si danneggia spesso, in questa tipologia di lavoro, è un veicolo che aumenta i costi e i fermi macchina. E, come sottolinea ancora Lampinen, in un settore in cui «spesso i margini per gli operatori sono piuttosto stretti, eventuali fermi macchina imprevisti possono essere devastanti». Insomma, «robusto» qui non significa «forte», ma «resistente agli urti» così da evitare rotture e contenere l’usura.

Ma questa è soltanto una delle facce della luna. Perché una tipologia di mezzo costruito, come in questo caso, partendo dal lavoro e dalle esigenze quotidiane di chi lo dovrà utilizzare, deve fare i conti con situazioni diverse. Ecco allora che un’altra faccia è quella della strada dove questi veicoli da cantiere si trovano a percorrere decine di migliaia di chilometri ogni anno. E a quel punto, non gravare sui costi significa contenere il più possibile i consumi. Poi, se a queste missioni, si aggiunge pure quella che porta questi veicoli a lavorare all’interno di spazi urbani, ecco allora che alla faccia robusta e a quella parca nei consumi, si aggiunge pure quella fatta di visibilità e di manovrabilità.

Insomma, la gamma XT applica in tutto e per tutto la filosofia Scania secondo cui c’è un veicolo giusto per ogni lavoro. Tutto sta a individuarlo. Ma a questo scopo la casa svedese fa ricorso a diversi sostegni. Il primo è un antico cavallo di battaglia, vale a dire quel sistema modulare che offre un grande potenziale di personalizzazione di ogni soluzione. E anche così si riesce ad attingere a un’infinità di assali, cambi, telai e opzioni differenti. Inoltre, come anticipa Lampinen, un’altra grande mano arriverà a partire dall’autunno dalla collaborazione con «i maggiori allestitori europei che saranno coinvolti attivamente nella realizzazione di soluzioni personalizzate per una clientela estremamente variegata, utilizzando la nostra nuova generazione di veicoli come punto di partenza».

Infine, un’ultima mano arriva da diversi pacchetti di equipaggiamento esclusivi per XT, uno per gli esterni e uno per gli interni. Il primo è caratterizzato da specchietti retrovisori extrarobusti, parasole esterno e luci supplementari incassate sul tetto, il secondo (variabile da paese a paese) comprende per esempio sedili in versione speciale XT, tappetini in gomma con bordi rialzati, vani portaoggetti e un modulo supplementare allestitori che permette di estendere il cruscotto per consentire l’installazione di comandi destinati all’azionamento dell’equipaggiamento supplementare e dell’allestimento. 

Perché lo Scania XT, come il mondo delle costruzioni, è bello perché è vario.

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