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Alta Velocità, Corte Conti UE boccia rete europea. E in Germania la tratta dopo il Brennero pronta solo nel 2040

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«Un sistema disomogeneo e inefficace di linee, senza un piano realistico a lungo termine». È la sonora bocciatura della Corte dei Conti europea (ECA) sulla rete ferroviaria ad Alta Velocità UE. Secondo l’ultima relazione dell’organo «è improbabile che l’attuale piano a lungo termine dell’Ue per le linee ferroviarie ad alta velocità venga realizzato… (La rete ad Alta Velocità) è un sistema non omogeneo di linee nazionali senza un coordinamento adeguato a livello transfrontaliero, progettato e costruito dagli Stati membri in maniera isolata, da cui risultano collegamenti insoddisfacenti».

In questo quadro desolante l’Italia si distingue nel bene e nel male. Se infatti siamo al primo posto nell’apertura al mercato e alla concorrenza sui binari, deteniamo anche il discutibile primato dei maggiori costi nella realizzazione delle tratte: 28 milioni al chilometro contro i 12 della Spagna e i 13 della Germania. Va però detto che l’aumento del costo chilometrico è dovuto anche alle difficili condizioni orografiche del territorio del nostro Paese.

Nel suo rapporto la Corte europea spiega che la Commissione Ue non dispone di strumenti giuridici né di poteri decisionali per garantire che gli Stati membri progrediscano rapidamente verso il completamento della rete centrale. Dal 2000 la Ue ha cofinanziato investimenti nelle linee ferroviarie ad alta velocità per 23,7 miliardi di euro. Per un audit dell’ECA su sei stati membri (Francia, Spagna, Italia, Germania, Portogallo e Austria) la spesa effettuata per oltre 5 mila km di linee ad alta velocità, coprendo circa il 50% dell’intera rete AV del Vecchio Continente, non riuscirà comunque  a raggiungere l’obiettivo di triplicare la lunghezza delle linee ferroviarie ad alta velocità (fino a 30 mila chilometri) entro il 2030.
Ancora, si legge nella relazione, «in molti casi, i treni utilizzano linee ad altissima velocità viaggiando a medie di gran lunga inferiori (appena il 45% della velocità massima) a quella per cui le linee sono state progettate». Inoltre, l’infrastruttura ferroviaria ad alta velocità è onerosa: per quattro delle dieci linee, ogni minuto di tempo di percorrenza risparmiato costerà più di 100 milioni di euro. La cifra più elevata riguarda la linea Stoccarda-Monaco, che costerà 369 milioni di euro per ogni minuto risparmiato.

Per quanto riguarda il mercato, non è ancora aperto in Francia e in Spagna, mentre in Italia e, in misura limitata, in Austria, «dove c’è concorrenza fra operatori ferroviari», i servizi risultano più frequenti e di qualità superiore, mentre i prezzi dei biglietti sono inferiori.
Ma l’Italia spicca, purtroppo, pure per i costi di realizzazione: infatti con 28 milioni di euro a chilometro, l’Italia è il Paese dell’Unione Europea con il più alto costo di costruzione per le linee già completate, contro 12 milioni in Spagna, 13 milioni in Germania e 15 milioni in Francia. Se si sommano a questi i progetti in via di realizzazione, il costo/chilometro per l’Italia sale a 33 milioni contro i 14 milioni di Spagna e i 15 milioni di Germania e Francia.

Ma i problemi dell’AV non sono solo nostri. La Corte dei Conti UE segnala, per esempio, che per l’accesso a nord la tratta austriaca AV non sarà pronta prima del 2035 e quella tedesca non prima del 2040: il tracciato da Monaco verso sud non è stato nemmeno disegnato, mentre la galleria di base del Brennero dovrebbe entrare in esercizio solo nel 2027. Un enorme problema per il traffico merci che si fermerebbe a Kufstein, per poi entrare in un buco nero di rallentamenti.

«Se questa è la realtà, occorre pensare fin da adesso a un piano B– commenta Claudio Corrarati, presidente della Cna Trentino Alto Adige – Il trasporto su gomma non potrà essere limitato o accantonato in tempi brevi, così come spesso auspicato. Servono iniziative parallele che diano risposte alla raggiungibilità del nostro territorio nazionale e regionale per le merci provenienti da Nord e per le merci che partono dai nostri territori verso le destinazioni del Centro Europa». In questo senso la Cna Trentino Alto Adige si farà promotrice a breve di un vertice straordinario tra i maggiori attori politici e tecnici dell’asse del Brennero.

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