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Assotir è fuori dall’Albo per aver firmato un «diverso» CCNL

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Transfrigoroute Italia Assotir è fuori dal Comitato Centrale per l’Albo dell’Autotrasporto. A comunicarla è la stessa associazione che considera la decisione «una plateale smentita all’idea che la rappresentanza è fatto di sostanza che si conquista ogni giorno sul campo».

All’origine dell’esclusione la scelta – spiega una nota – « di non acconciarsi ad applicare un CCNL targato CGIL-CISL-UIL, alla cui discussione non ha mai partecipato e di firmare un CCNL a tutela delle imprese, da essa rappresentate, con la FAST/CONFSAL».

L’aver dimostrato di associare oltre 700 imprese di autotrasporto con un parco veicolare di migliaia di camion e altrettanti addetti, né di possedere oltre 25 sedi territoriali in tutta Italia, al contrario, non sono stati elementi di fatto sufficienti.

I Segretari Generali di T.I. ASSOTIR, Claudio Donati e della FAST/CONFSAL, Pietro Serbassi, hanno dichiarato concordi che siamo «di fronte a una evidente violazione dello spirito e perfino della lettera della Costituzione e delle norme tese ad individuare le Associazioni che effettivamente abbiano i titoli per poter rappresentare i propri Associati e dare voce nelle Istituzioni all’insieme della categoria. La pretesa di considerare come unica fonte di legittimazione la sottoscrizione del CCNL targato CGIL-CISL-UIL rappresenta, innanzi tutto, uno sbrego alla Costituzione, che non ha mai dato veste giuridica pubblica a quelli che restano, a tutti gli effetti, accordi tra privati».

Ma soprattutto reputano ancora più grave «il fatto che la scelta di limitare l’accreditamento alle sole Associazioni firmatarie del CCNL con CGIL-CISL-UIL, finisce per dare in mano a tre Sindacati, che fino a prova contraria sono rispettabili Associazioni di privati cittadini, il potere assoluto di decidere se e chi lo Stato debba riconoscere come rappresentante delle Imprese di autotrasporto e chi no».

«Infine, appare gravissimo – e del tutto inaccettabile per chi, come la CONFSAL, è agente contrattuale riconosciuto in tutte le sedi e presente, con propri rappresentanti, anche nel CNEL – il fatto che si determini, per questa via una sorta di dottrina “unica” delle relazioni sindacali, che richiama alla memoria ben altri tempi nei quali la dialettica sindacale era affidata unicamente a organismi in possesso del “bollino di regime”, a prescindere dal merito degli accordi e dalla verifica se tali accordi fossero o no in grado di rispondere agli interessi delle imprese e dei lavoratori ».

Per tutte queste ragioni – aggiunge Anna Manigrasso, presidente nazionale di T.I. ASSOTIR – «tuteleremo nelle sedi adeguate il buon diritto della nostra Associazione e, soprattutto, delle nostre imprese a vedersi riconosciuta la rappresentatività e la libertà sindacale cui hanno diritto».

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