La normativa sui tempi di guida e di riposo funziona in maniera troppo rigida rispetto a un sistema economico e infrastrutturale che, al contrario, marcia in direzione di una flessibilità e di una imprevedibilità temporale (attese al carico, traffico, mancanza di aree di sosta, ecc) che finisce per logorare in termini nervosi e di salute l’uomo al volante. È una delle conclusioni a cui giungeva la ricerca «La salute vien guidando» presentata da Uomini e Trasporti allo scorso Transpotec di Verona. Adesso anche da Astra Cuneo arriva un’osservazione che procede nella medesima direzione. Il suo presidente, Diego Pasero, dopo la pubblicazione dei dati relativi ai controlli delle polizie di tutta Europa raccolte nell’organismo Tispol, dai quali emerge che, a distanza di oltre dieci anni dall’introduzione di quella normativa sui tempi di guida, le sue violazioni guidano ancora la classifica delle infrazioni (per la precisione, nella settimana di controlli, effettata la terza settimana di febbraio, sono risultati 8.200). Da qui l’interrogativo di Pasero: «È davvero possibile che un numero così elevato di violazioni sia unicamente imputabile a negligenze dei conducenti o, piuttosto, i dati riportati sono sintomatici che il Regolamento (CE) n. 561/2006 sia fatto a tavolino da burocrati che non hanno mai guidato un veicolo pesante?». Anche il presidente di Astra Cuneo, infatti, invita a prendere in considerazione «le costanti pressioni avanzate dai committenti o le lungaggini derivanti dal traffico che caratterizza le nostre infrastrutture» quali «circostanze che non risultano ascrivibili in rigidi schemi temporali e organizzativi come quelli imposti dalla legislazione comunitaria».
Tutte ragioni che inducono il presidente dell’associazione piemontese a chiedere alle istituzioni europee di intervenire sul regolamento dei tempi di guida e di riposo «al fine di rendere più flessibile e meno esasperante l’attività di conducente professionale».