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Ausiliari privati per i rilievi post-incidente: finalità e perplessità

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Razionalizzare le pubbliche amministrazioni. Dopo tante parole, il governo intende passare ai fatti. È in corso di pubblicazione, infatti, un provvedimento che, oltre a tagliare auto blu e a potenziare gli organici dei vigili del fuoco, istituisce la figura dell’ausiliario del traffico. Qualcuno scuoterà la testa, pensando che figure di questo tipo, deputate per lo più a fare multe alle auto in sosta, già imperversano nelle città da quasi una quindicina di anni. In realtà qui si tratta di qualcosa di diverso. O meglio, la funzione da assegnare a questa nuova categoria di ausiliari è diversa. Per la precisione è quella di intervenire in caso di sinistro stradale sul quale le parti coinvolte non hanno analoghe vedute. In tal caso, fino a ieri, si chiamavano gli organi di polizia perché facessero gli opportuni, ma spesso esageratamente lunghi, rilievi. Da qui l’idea: perché non affidare questo compito ad ausiliari formati ad hoc (attraverso un corso di sei mesi) e specializzati (in virtù di un’abilitazione del ministero dell’Interno) proprio nell’effettuare rilievi? Ovviamente è un servizio che costa (quanto non è ancora stato chiarito) e quindi a coinvolgerli saranno direttamente le parti che si faranno poi carico di pagarli. Ma soprattutto – ed è qui l’ipotesi di razionalizzazione – allo stesso tempo potranno essere meglio utilizzate le pattuglie di polizie a disposizione.

Gli ausiliari, muniti di metro e macchina fotografica, provvederanno a stendere il loro rapporto, messo poi a disposizione delle compagnie di assicurazione ai fini dell’eventuale risarcimento dei danni. E se nel caso dovessero imbattersi in una qualche infrazione, potranno anche girare la segnalazione alla polizia, che poi provvederà a stendere verbale. Inoltre gli ausiliari, vestiti nelle modalità specificate dalla legge, provvederanno anche a regolare il traffico mentre è in corso la raccolta dei rilievi.
Esiste un eccezione: l’attivazione degli ausiliari sarà consentita soltanto nei casi meno gravi; in presenza di lesioni personali diventa necessario rivolgersi alla polizia stradale.

Il provvedimento però, che comunque dovrà essere confermato dal parlamento, non piace a tutti. Innanzi tutto perché è previsto che le società che si occuperanno di svolgere questo servizio di raccolta rilievi potranno sottoscrivere convenzioni con le compagnie assicurative. Ciò significa che due parti coinvolte in incidente, assicurati con due compagnie diverse, avranno interesse a rivolgersi al proprio ausiliario. Perché in definitiva il problema è questo: garantire l’imparzialità di una funzione quando è legata a uno degli interessi in campo.

Altre critiche più sostanziali arrivano invece dalla polizia stradale. Giordano Biserni, presidente dell’Associazione nazionale amici sostenitori della polizia Stradale, pur giudicando apprezzabile lo scopo che si intende perseguire, solleva dubbi basati sull’esperienza degli precedenti casi di “privatizzazione” di servizi, come quelli dei controlli negli aeroporti e in buona parte nelle grandi stazioni ferroviarie, quelli delle scorte ai trasporti eccezionali. Tutte privatizzazioni utili sulla carta, ma deludenti se si va a fare il conto effettivo di quante pattuglie effettive di Polizia Stradale siano state recuperate. Insomma, dice ancor più chiaramente Biserni, «Non è che eliminate le 30-35.000 scorte l’anno ai trasporti eccezionali, abbiamo guadagnato 30-35.000 pattuglie l’anno sulle strade».
Ma soprattutto il presidente dell’Asaps contesta il metodo di fondo dell’operazione: «Ma è mai possibile che ai politici e ai tecnici invece di pensare solo alle ausiliarietà non venga in mente di potenziare le professionalità esistenti? Di quelle cioè capaci di fare la TAC a un TIR, di quelle che sanno leggere i cronotachigrafi (e i relativi trucchi…che falsano orari di guida e velocità), che sanno fare un controllo come si deve ai pullman prima che precipitino con 50 persone a bordo giù per un cavalcavia. Noi siamo del parere che prima delle ausiliarietà si dovrebbero ripianare e potenziare i ranghi della Polizia Stradale e delle Polizie Locali là dove ci sono vistose carenze: nell’organico della Polizia Stradale, per esempio, mancano da anni più di 2.000 agenti. Sulla strada servono professionisti veri e qualificati».

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