Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneLeggi e politicaBruxelles discute di cabotaggio libero: l’Italia dell’autotrasporto dice «no»

Bruxelles discute di cabotaggio libero: l’Italia dell’autotrasporto dice «no»

-

«La concorrenza sleale e il dumping sociale da parte di vettori di determinati paesi è ben lontano dall’essere risolto. E dunque il cabotaggio non può essere liberalizzato». In questo modo il presidente dell’associazione europea Uetr e di Confartigianato Trasporti, Francesco Del Boca, ha manifestato alla Commissione Ue i timori dell’autotrasporto rispetto all’eventualità di estendere o addirittura liberalizzare il cabotaggio stradale, vale a dire i trasporti interni a uno Stato membro effettuati da imprese di Stati diversi.
Perplessità condivise anche da Anita, secondo la quale «la liberalizzazione del cabotaggio non può prescindere da un’armonizzazione europea dei costi di esercizio delle imprese». In caso contrario si determinano quelle conseguenze negative, che si sono registrate in Italia, dove il cabotaggio stradale è diventato una soluzione molto utilizzata dai vettori stranieri che possono praticare prezzi altamente concorrenziali, se non addirittura vero e proprio dumping, favoriti da costi di esercizio e regimi fiscali decisamente più favorevoli. Soltanto il costo del conducente italiano, per esempio, è superiore del 132% rispetto a un autista romeno, del 114,6% a quello di un’autista polacco, dell’82% rispetto a un ungherese e del 40,3% rispetto a uno sloveno. Pertanto, Anita propone di mantenere l’attuale normativa di contingentamento del cabotaggio stradale (Regolamento 1071/2009), che prevede all’interno del paese di cabotaggio un massimo di tre trasporti in sette giorni a partire dallo scarico della merce in traffico internazionale, almeno fino a quando non saranno armonizzate le condizioni di mercato nei diversi Paesi dell’Unione europea.
Nel corso delle audizioni tenute a Bruxelles, i rappresentanti di alcune associazioni dell’autotrasporto inglesi, francesi e tedesche hanno chiesto l’applicazione di meccanismi che prevedano forte regime di responsabilità condivisa per i committenti che ordinano viaggi in cabotaggio a imprese non residenti. Cosa che già Del Boca con l’Uetr aveva richiesto a livello comunitario.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link