Sta per iniziare un rapporto travagliato tra Milano e i camion. A partire da ottobre, infatti, prenderà il via il progetto per creare un’area a basse emissioni simili a quella londinese e all’interno della quale si entrerà soltanto pagando un ticket. In pratica si andrà a creare un’altra cintura più esterna all’Area C che sarà controllata da telecamere che saranno sistemare a partire da ottobre nelle principali vie d’accesso. Inizialmente saranno 20 in corrispondenza di altrettanti varchi elettronici, ma a regime dovrebbero diventare 106. Il sistema però non sarà subito operativo, in quanto in una prima fase dovrà servire a raccogliere dati, tramite sistemi radio o Gps e bollini di riconoscimento, sulla circolazione dei mezzi pesanti (quanti sono, quanto tempo rimangono all’interno dell’area centrale, ecc) e su quanto inquinamento producano nell’area milanese.
L’idea dei ticket, però, non è piaciuta molto alle associazioni dell’autotrasporto. Angelo Sirtori, presidente di Fai Milano, ha definito la filosofia che ispira il progetto una «logica da caselli del dazio vecchia di due secoli», denunciando quindi che più che da ragioni ambientali l’operazione punterebbe a fare cassa. Inoltre, l’esponente della Fai ha anche sottolineato come il sistema è di difficile attuazione in quanto «non sarà facile coordinare i bollini, i sistemi Gps e i ticket per i mezzi che arrivano a Milano da tutta Europa». Basterà a frenare il progetto? Non è detto, anche perché la delibera con cui bandire la gara d’appalto per l’acquisto delle telecamere è già stata varata e in autunno si dovrebbe entrare nella fase operativa.