Un dipendente sta lavorando con un macchinario con cui ha lavorato per anni, ma rispetto al quale non ha mai ricevuto una formazione specifica. All’improvviso si fa male. Per la Cassazione non c’è dubbio che il datore di lavoro va punito con lesioni colpose gravi, anche se lo stesso lavoro lo ha fatto per anni, anche se aveva dispositivi di protezione. La ragione è resto detta: il fatto che il lavoratore avesse una generica consapevolezza della necessità di utilizzare accortezza particolari, non solleva il datore da responsabilità, se non ha provveduto a nessuna attività di sensibilizzazione alla sicurezza e non aveva fornito nessuna direttiva al riguardo. In più, la Suprema Corte, confermando la sentenza di primo grado della Corte d’Appello di Trieste, ha sottolineato che il datore di lavoro «ha l’obbligo di assicurare ai lavoratori una formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro e alle proprie mansioni, in maniera tale da renderlo edotto sui rischi inerenti ai lavori a cui è addetto». Inoltre, visto pure il dettaglio contenuto nel nuovo Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (d. 81/2008), la Cassazione si è spinta ad affermare il principio secondo cui l’obbligo formativo del lavoratore, a cui è tenuto il datore, non sparisce se il lavoratore ha acquisito in maniera diretta o per relazioni lavorative una particolare esperienza. Anche perché è la legge che prevede proprio rispetto alla formazione delle attività specifiche che non possono essere sostituite da altro. Di conseguenza, per tornare al caso in questione, «la prova dell’assolvimento degli obblighi di informazione e formazione del lavoratore non può ritenersi data dalla dichiarazione del lavoratore infortunato che indichi una personale pluriennale esperienza dell’uso dell’attrezzatura di cui trattasi».
Cassazione: «Se il lavoratore non formato si fa male, il datore è da condannare per lesioni colpose»
-