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Chiusura E45, circa 27 milioni i danni per l’autotrasporto

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La chiusura del viadotto Puleto sulla E45 e le conseguenti forti limitazioni del traffico pesante sul corridoio stradale fra la Valle del Tevere e la Romagna hanno comportato un danno di circa 27 milioni di euro per il solo settore dell’autotrasporto, calcolati considerando l’incremento dei costi di trasporto variabili.

La stima aggiornata proviene da Uniontrasporti, società di servizio della Camera di commercio della Romagna, che ha calcolato la cifra per il periodo che va dal 16 gennaio al 15 agosto 2019

«È evidente che questa infrastruttura è strategica a livello nazionale – ha dichiarato Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio e di Uniontrasporti – e pure urgente appare il ripristino della viabilità sulla vecchia Tiberina, unica alternativa in casi di emergenza. Quanto poi ai contributi economici stanziati dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana e dalla Camera di commercio della Romagna, si è tuttora in attesa del decreto ministeriale di ripartizione delle risorse, che però devono essere messe in modo ottimale a disposizione dei lavoratori e delle imprese danneggiate dalla chiusura. Da valutare infine la possibilità di utilizzo della cassa integrazione in deroga. Si tratterebbe di una forma di sostegno a favore di coloro che appartengono a settori lavorativi che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria, ma la cui azienda si trova in una situazione economica critica (legata a fattori quali calo della produzione, diminuzione dell’esportazione e riduzione delle vendite), a seguito della grave situazione creatasi nell’area in termini di viabilità, logistica e trasporti”.

Ricordiamo che il viadotto Puleto è stato riaperto in primo tempo a febbraio solo per il traffico leggero (< 3,5 ton), su una sola corsia per direzione di marcia e con un limite di velocità di 40 km/h. Successivamente, il 10 luglio 2019, dopo 175 giorni di chiusura, è avvenuta la riapertura ufficiale dell’E45 anche al traffico dei mezzi pesanti fino a 30 ton, su 2 corsie e con il limite di velocità a 50 km/h. Per i mezzi di massa superiore alle 30 ton restano invece valide le deviazioni sui percorsi alternativi già utilizzati.

«Dopo la riapertura alcuni problemi si sono risolti – ha aggiunto Zambianchi – ma le limitazioni su massa, capacità e velocità determinano comunque un impatto residuo per l’autotrasporto. È quindi importante che i soggetti competenti concentrino gli interventi, da subito, sugli assi viari di importanza strategica, come la E45 (asse nord/sud) e la E55 (asse nord/est), che devono essere riammodernati e realizzati».

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