200 imprese in meno nei primi 10 mesi del 2013, 300 posti di lavoro persi, parco veicoli drasticamente ridotto. È questo il quadro a tinte fosche dipinto dall’autotrasporto marchigiano e che in queste settimane Confartigianato Trasporti sta mettendo sempre più a fuoco in assemblee con autotrasportatori. In una di queste, organizzata ad Ancona lo scorso 9 novembre, alla presenza di circa un centinaio di imprenditori, è stato deciso di chiedere in maniera esplicita ai vertici nazionali di Confartigianato e di Unatras di proclamare il fermo nazionale, indicando anche come data possibile il mese di dicembre, sempre che dall’esecutivo non giungano risposte concrete.
Una tale richiesta di concretezza deriva dal giudizio negativo che l’assemblea ha dato degli ultimi incontri tra associazioni dell’autotrasporto e il sottosegretario Rocco Girlanda, valutando inconsistenti le soluzioni proposte. La richiesta avanzata anche dal presidente di Confartigianato Trasporti Marche, Elvio Marzocchi, è invece di individuare una serie di meccanismi che possano «garantire la concreta applicazione dei costi minimi e dei tempi di pagamento, mantenere le risorse al settore, perseguire le violazioni commesse nel cabotaggio dai vettori provenienti dai paesi dell’est che hanno costi molto più bassi di quelli italiani».
Ricordiamo che per mercoledì 13 novembre è già in calendario un nuovo incontro tra sottosegretario con delega all’autotrasporto e i rappresentanti delle associazioni di categoria. I risultati di tale incontro saranno valutati poi il giorno successivo, 14 novembre, nel corso di un direttivo Unatras. E se la valutazione dovesse essere di segno negativo non è detto che non si vada nella direzione proposta da Confartigianato Trasporti delle Marche.