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Controlli in A13 uscita Interporto: su 20 multe, 12 per tempi di guida e 2 per alterazione tachigrafo

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Il capitolo di lotta alle alterazioni del tachigrafo continua ad allungarsi. Nei giorni scorsi si sono aggiunti due paragrafi, uno elaborato sulla Transpolesana, l’altro all’uscita Interporto (di Bologna) lungo la A13. Nel primo caso il protagonista è stato un autista di 59 anni, fermato alle prime ore del mattino mentre stava rientrando in Veneto dall’Abruzzo. Il trucco escogitato era il solito, vale a dire la cara vecchia calamita che interrompeva le registrazioni del tachigrafo. Meno solita la sanzione di 2.000 euro con cui veniva punito (un po’ arrotondata rispetto ai 1.698 consueti, aumentata di un paio di euro da inizio anno) e, soprattutto la denuncia penale per manomissione di strumenti finalizzati a salvaguardare la sicurezza sul lavoro. Denuncia che sempre di più le polizie stradali dispongono, anche se non è ancora così generalizzata.

Nel secondo caso, invece, il palcoscenico dell’operazione della polizia stradale è stato proprio il casello della A13 di servizio per l’interporto di Bologna. E qui gli agenti si sono appostati per effettuare controlli mirati sui veicoli pesanti, equipaggiati con il Police Controller (software che analizza in pochi minuti i dati del tachigrafo). Le violazioni contestate, nel complesso di una giornata di lavoro, sono state una ventina, di cui più della metà (una buona dozzina) riguardavano proprio la normativa sui tempi di guida e di riposo e, in un paio di casi, arrivavano alla manomissione dello strumento di registrazione. Per queste ultime la multa rimaneva in entrambi i casi nei ranghi: 1698 euro per entrambi gli autisti, ma anche per gli altri attori lungo la filiera. A questo riguarda va ricordato che la manomissione del tachigrafo oltre alla sanzione, comporta anche:

– la sospensione della patente di guida per l’autista (da 15 giorni a tre mesi)

– la segnalazione all’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile e all’Ufficio Provinciale del Lavoro del luogo di residenza della ditta

– una serie di sanzioni per la ditta proprietaria del veicolo.

– il rischio per l’azienda di essere imputati e condannati per il reato previsto dall’art. 437 del codice penale che punisce chi rimuove o danneggia apparecchi destinati a prevenire infortuni sul lavoro. Possibilità peraltro divenuta estremamente concreta dopo la sentenza della Cassazione Penale n. 47211 pubblicata il 9.11.2016. 

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