Sapete quanti soldi ha dato l’Europa al trasporto merci ferroviario dal 2007 al 2013? Circa 28 miliardi di euro. A cosa sono serviti? Praticamente a niente. Secondo una dettagliata relazione della Corte dei Conti dell’Unione europea, infatti, l’attuale «quota di trasporto merci Ue che si svolge su rotaia ha subito in realtà una lieve flessione dal 2011». Cos’è quindi che non funziona?
In realtà a non funzionare sono tante cose.
In termini di mercato la ferrovia non regge la concorrenza con il trasporto su strada, anche perché esprime performance assolutamente insoddisfacenti. Pensate che su molte tratte internazionali la velocità media è di appena 18 km/h, lo spazio unico ferroviario è una chimera, tanto che ogni rete nazionale ha una sua autorità, normative distinte che «differiscono considerevolmente in materia di assegnazione delle tracce, gestione e tariffe». Ma soprattutto sottolinea la Corte che «le procedure di gestione del traffico non sono adattate alle esigenze del trasporto merci su rotaia, persino all’interno dei corridoi merci ferroviari: i treni merci pagano dei diritti per ogni chilometro utilizzato nell’infrastruttura ferroviaria, cosa che non sempre avviene per il trasporto su strada».
Anzi, a questo proposito la Corte ricorda pure che nel periodo preso in esame molti paesi spesso hanno destinato più fondi alle infrastrutture stradali che a quelle ferroviarie e anche quando sono andate alla ferrovia, «i fondi Ue non sono stati utilizzati principalmente per rispondere ai bisogni del trasporto merci ferroviario» o per effettuare una necessaria manutenzione.
Da qui le conclusioni della Corte: non serve continuare a dare soldi se non si risolvono alcuni problemi di fondo. «La Commissione e gli Stati membri devono prima aiutare i gestori dei treni e delle infrastrutture a migliorare l’affidabilità, la frequenza e la flessibilità del trasporto merci su rotaia nonché l’attenzione al cliente, i tempi e i costi del trasporto».
Infine la Corte fa l’elenco degli interventi di sostegno che Commissione e Stati membri dovranno affrontare. Il sostegno dovrà servire a rimuovere alcuni freni nel «processo di liberalizzazione del mercato del trasporto merci su rotaia, nelle procedure di gestione del traffico, nei vincoli amministrativi e tecnici, nel monitoraggio e nella trasparenza della performance del settore del trasporto merci su rotaia e a instaurare un regime di leale concorrenza tra diversi modi di trasporto».