Ma è legittimo in base alla normativa europea vietare di fruire in cabina del riposo settimanale lungo e punire eventualmente (con una sanzione di 1.800 euro) chi infrange questo divieto? Secondo la Corte di Giustizia UE la risposta è in entrambi i casi positiva. Ma cerchiamo di spiegare come e perché. La questione è rimbalzata nell’aula del tribunale comunitario dal Consiglio di Stato belga al quale si era rivolta nell’agosto 2014 un’azienda di autotrasporto locale – la Vaditrans – perché convinta dell’illegittimità della normativa belga che, appunto, pone il divieto di riposo settimanale in cabina e sanziona chi lo viola con 1.800 euro, in quanto non previsto da nessuna normativa comunitaria.
LA DECISIONE
In realtà, la Corte di Giustizia UE ha precisato che tale previsione è presente nel Regolamento (CE) n. 561/2006, dove appunto si vieta di effettuare a bordo del veicolo il periodo di riposo settimanale regolare, mentre si lascia la possibilità di fruire in cabina di quello ridotto. Ricordiamo che secondo la normativa il riposo settimanale regolare deve durare 45 ore, ma che può essere ridotto a 24 ore in alcuni casi. Anche se, in quest’ultima eventualità, è obbligatorio recuperare le ore di riposo non effettuate entro la fine della terza settimana successiva. Ore mancanti da recuperare in un’unica soluzione e da attaccare a un periodo di riposo di almeno 9 ore.
LA MOTIVAZIONE
Per giustificare la sua decisione la Corte fa riferimento a due elementi. Innanzi tutto un elemento letterale: nel regolamento sui tempi di guida citato, quando si fa riferimento ai periodi di riposo sia ridotti che regolari, si parla in generale di «periodi di riposo settimanali», senza meglio specificare. Quando invece fa riferimento alla possibilità di trascorrere in cabina i periodi di riposo, parla nello specifico di quelli giornalieri e di quelli settimanali ridotti, ma non cita invece quelli regolari, che quindi vanno esclusi. In pratica, l’intento della normativa è quello di consentire di trascorrere in cabina i riposi settimanali ridotti, ma non quelli regolari.
L’altro argomento è invece logico e parte dall’obiettivo della normativa, che è quello di migliorare le condizioni di lavoro degli autisti. Ma se normalmente l’autista trascorre in cabina i riposi giornalieri o settimanali ridotti – constata la Corte – non avrebbe nessun miglioramento se finisse per dormire in cabina anche il periodo di riposo lungo. E da qui il relativo divieto.
Rispetto invece alle sanzioni, la Corte specifica che gli Stati membri hanno l’obbligo di multare le infrazioni, ma ognuno poi deve stabilire quali sanzioni siano più adatte a garantire l’efficacia della normativa. E se il Belgio ha scelto una multa di 1.800 euro, ne aveva pieno potere nel farlo.