Scrive lettere l’autotrasporto, scrive. Ma dal governo – o, meglio, dal ministro interessato – non è giunta nemmeno una risposta. Maurizio Lupi (destinatario delle prime due) perché era ormai sull’uscio, Matteo Renzi (la terza) perché si è fatto carico di un interim di appena 10 giorni, ma adesso perché Graziano Delrio (dopo aver ricevuta la quarta) non risponde? Certo, alcune piccole e grandi beghe ce l’ha avuto pure lui e soprattutto incombe il taglio del nastro dell’Expo per il prossimo venerdì con tanti lavori ancora da ultimare che evidentemente come ministro delle Infrastrutture lo coinvolgono.
Per l’autotrasporto, però, tutto questo non è accettabile. Perché mentre il mondo va avanti, il settore resta fermo o, meglio, rimane indietro, perché viene scavalcato dai diretti concorrenti esteri. Questione nazionale, dunque, tant’è che l’intero arco rappresentativo dell’autotrasporto italiano (insieme a Unatras, ci sono Anita, Alleanza delle Cooperative e Fedit) ha voluto mettere i propri loghi sull’ennesima lettera che Amedeo Genedani, in quanto presidente di Unatras, ha inviato all’indirizzo di Graziano Delrio, per fargli presente che se la situazione al momento in cui scriveva la precedente lettera (erano i primi di aprile) era grave, adesso – a causa della paralisi della mobilità in Sicilia, delle penalizzazioni provocate dalla motorizzazione rispetto alle revisioni dei veicoli industriali e del mancato completamento della procedura utile a stanziare le risorse economiche al settore – si è addirittura aggravata. Quindi se prima era utile incontrarsi, adesso diventa più che necessario: urgente.
«L’autotrasporto – si conclude la lettera di Genedani – è un settore strategico che non può essere lasciato ancora senza una guida e, ove così dovesse continuare ad essere, le Associazioni non escludono la possibilità di assumere iniziative di autotutela della categoria». Un tempo si diceva “fermo”… A buon intenditor!