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DEF 2019, per Conftrasporto più ombre che luci: sì a controlli trasporti, no a crociate anti-diesel

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Prime reazioni dubbiose del settore trasporto su strada al DEF (Documento Economia e Finanza) 2019, in discussione in Parlamento. 

Le maggiori critiche, espresse da Confcommercio-Conftrasporto, riguardano l’assenza dell’«Allegato Infrastrutture al DEF» che, nato con la Legge Obiettivo per integrare le opere infrastrutturali di interesse generale con le disponibilità finanziarie, era un prezioso documento ricognitivo e programmatico annuale sulle politiche infrastrutturali e di trasporto. Questa mancanza sembra quindi una sorta di declassamento delle questioni che riguardano l’accessibilità dei territori, la logistica e i trasporti

Altro punto che il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè, definisce “incomprensibile” è quello sulla targa personale dei veicoli, provvedimento “che avrebbe rilevanti impatti negativi sul piano amministrativo, assicurativo e operativo per le imprese con ampie flotte”. Il vicepresidente è critico anche su “l’aprioristico sostegno alla mobilità elettrica”, per i limiti evidenziati dal Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sull’impatto durante il ciclo di vita dei mezzi: “Non si capisce la crociata contro i diesel – chiosa Uggè – quando in Europa il trasporto su strada è responsabile solo del 18% delle emissioni totali di CO2 e i mezzi pesanti solo del 5%”.

Per l’associazione il documento ha invece contenuti apprezzabili sull’applicazione delle regole del distacco dei lavoratori, sul potenziamento dei controlli del cabotaggio in Italia dei vettori stranieri, sulla spinta al rinnovo del parco mezzie sull’applicazione di standard rigorosi di efficienza per la realizzazione delle infrastrutture.

Positiva anche l’attenzione per le piccole opere diffuse con l’attività di manutenzione di ponti, strade e viadotti, così come appare promettente la volontà di accelerare sugli investimenti infrastrutturali, applicando correttivi al Codice degli appalti.

Il DEF include infine l’intenzione di monitorare gli effetti della riforma della legge 84/1994 nel settore portualee di sviluppare le reti TEN-Tin ottica euro-mediterranea. 

In sostanza, dunque, per Conftrasporto-Confcommercio il DEF presenta più ombre che luci. Piace la volontà di accendere un faro sulla manutenzione di strade, viadotti e ponti, sui controlli nell’autotrasporto, sulla semplificazione degli interventi nelle infrastrutture dei porti. Ma il pollice è verso sulla revisione della governance delle Autorità di sistema portuale (“le criticità non stanno nel modello di governance – specifica Uggè – ma nei diversi vincoli operativi, normativi e procedurali”) e non convince l’approccio alla mobilità sostenibile.

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